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[ CDV ] Melisande, Tide {C'è da fidarsi?}

Ultimo Aggiornamento: 08/08/2014 11:05
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Sesso: Femminile
08/08/2014 11:05
 
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..:: Riassunto ::..
Tide sfida le ombre notturne della cittadina di Barrington per raggiungere il portone della Casa dei Veleni. Bussa ma nessuno risponde. Una voce, nella notte, le parlerà ed inizierà un gioco fatto di domande da parte dell'umana ma nessuna risposta da parte della voce in questione che, per dover di cronaca, possiamo far risalire a Melisande, la Signora dei Veleni. Melisande domanda, senza soddisfare Tide e, infine, decide di concederle non una riposta ma l'aperura del portone. Introdotta nella Casa dei Veleni, Tide dovrà rispondere ad altri quesiti e, infine, cadrà vittima del Bacio della Vedova Nera dei Moth.




Barrington in versione notturna: nebbia e oscurità, poche fiaccole accese. Nulla di troppo invitante. [GDR PLAY]


TIDE [esterno Casa Veleni] ''Certo che quel tizio...come si chiamava? Ah sì...Ashlar...aveva proprio ragione, i due edifici sono proprio antistanti'' penserebbe Tide, lasciandosi alle spalle la bettola, dove al momento risiede, per spingersi in breve ad ammirare il fabbricato che ospita i Maestri dei veleni. Un brivido la percorrerebbe nel profondo e non è certa che si tratti esclusivamente di freddo. In quella terra quasi tutto è nuovo per l'highlander e l'atmosfera di quella serata nebbiosa la fa sentire indifesa e insicura. Tuttavia l'entusiasmo procuratole dall'apprendere dell'esistenza di una congrega così...così su misura per lei, la spingerebbe a superare qualsiasi timore e a coprire la distanza tra i due caseggiati velocemente, con il cuore gonfio di speranze. Giunte di fronte alla dimora potrebbe farsi sovrastare dalla sua severità, che certamente l'atmosfera di quella sera accentuerebbe. ''Mal che ti vada non ti aprirà nessuno...oppure verrai cacciata in malo modo...'' sussurrerebbe tra sé per farsi coraggio. Tre gradini percorsi con passi leggeri ed eccola al portone. Due colpi picchiati forse con eccessiva energia e poi...l'attesa nel silenzio e nell'avvolgente nebbia.

MELISANDE [ Vicoli - Esterno CDV ] Vaga la Vedova Nera dei Moth, vaga travestita da Signora dei Veleni. Questa notte indossi un abito rosso, dalle maniche lunge e dalla vita alta. Come se dovessi proteggere dal freddo il tuo corpo minuto. Ovviamente è un travestimento: non provi più freddo da diverse lune ormai... O meglio: un freddo glaciale ti attanaglia il corpo ma non è fastidioso, è parte di te che sei Morta tra i Vivi. Morta tra i Vivi. Non Morta. Come si può dire in un altro modo? Figlia della Luna. Figlia di Caino. E quindi vaghi nei pressi di quella che è da sempre la tua casa: non l'hai abbandonata. Mai. Non abbandoneresti mai i Veleni: a loro doneresti il tuo ultimo non-respiro. Signora dei Veleni. Melisande dei Veleni. I Doni del Sangue fanno apparire florido il tuo corpo, roseo il tuo viso. Non ci sono occhiaie a segnare il tuo volto, non ci sono iridi rosse a sottolineare lo sguardo ma solo occhi ametista che scrutano la notte. E poi c'è Lei, la Bestia: sempre sveglia, sempre vigile. Scuta il monto degli uomini alla ricerca della preda perfetta. Non è affatto schizzinosa e si accontenta di uomini, donne, nani ed elfi oscuri. Mai Elfi di luce, loro mai. Se ne allontana come se bruciassero: non hai ancora indagato fino in fondo la natura di questa avversione. Ora, quell'Entità con cui sei costretta a dividere l'Eternità, ha puntato una giovane ed esile moretta che si trova nei pressi della casa dei Veleni. Cosa vorrà mai a quest'ora della notte dai Venefici? Ma non è questo ad attirarti verso il suo corpo caldo, piuttosto il battito frenetico del suo cuore e il profumo delizioso del suo sangue. Cosa daresti per una goccia di quel liquido prezioso? Si acuisce il desiderio mentre ti fermi a qualche metro da lei, ammantata di bugie. {Nessuno vi aprirà...} Afferma questo la tua voce limpida nella notte mentre gli occhi ametista si spostano su di lei. Irrompe nella notte la tua voce. [Tenebra I - Veggenza I]

TIDE [esterno CdV] Guarderebbe in alto, la ragazza, a scrutare se qualche luce annunciasse presenza di chichessia. Si abbraccerebbe, sfregandosi le braccia, forse la candida e leggera camicia di lino portata fuori dai pantaloni, infilati negli stivali, è un indumento troppo leggero per quella serata. Non s'ode suono o né rumore dall'interno; picchiare ancora sul portone o astenersi? ''Dai... pazienza ancora un attimo, non essere precipitosa come tuo solito…” ancora sussurrerebbe tra sé alla ricerca di un coraggio che forse non le appartiene, ma che potrebbe, tuttavia, nemmeno essere richiesto. E’ giunta lì solamente per chiedere informazioni, magari accettano aspiranti. Non confesserà a chi dovesse trovarsi di fronte appartenente alla Casa dei veleni, che in quel luogo sarebbe disposta a far la sguattera pur di poterci entrare e restare. A deludere le sue aspettative giungerebbe ora una voce che squarcerebbe il silenzio della notte, facendola sobbalzare leggermente. Volgerebbe quindi la propria attenzione alla fonte di quel suono e il campo visivo verrebbe invaso da una fiammata di rosso che parrebbe quasi colorare il grigiore della notte. Perfino le goccioline nebbiose parrebbero quasi creare un alone scarlatto e la figura minuta della dama, che ora le starebbe di fronte, parrebbe giganteggiare nella notte. ''Nessuno riposa tra queste mura quindi? Perdonatemi...sapete se con la luce del giorno potrò aver maggior fortuna?'' Le domande uscirebbero quasi timide dalle scarlatte e carnose labbra, mentre le iridi color smeraldo perquisirebbero la figura della sconosciuta in cerca di qualche indizio che possa rivelar qualcosa in più sulla di lei identità.

MELISANDE [ Esterno CDV ] Le tue orecchie, seppur lontane, percepiscono ogni suo respiro, odono ogni sua parola. Con i tuoi occhi, nella notte, riesci persino a vedere il sollevarsi delle sue spalle. Umana. Calda umana. E' forse invidia quella che provi, Vedova Nera dei Moth? Potresti conquistare il mondo, ora come ora. Potresti spezzare una vita umana con una lieve pressione del dito, potresti rendere tuo schiavo un umano per il resto della sua ignobile vita. Potresti vivere per sempre, ammantana di bellezza. Eppure, forse, dietro l'euforia per tutto quello che potresti fare, provi invidia per quel cuore che batte. E batte ancora più frenetico ora che l'hai spaventata, giungendo silenziosamente e interrompendo il silenzio. Una leggera curiosità si fa strada tra le cortine di bruciante desiderio: vorresti averla, vorresti davvero averla ma per il momento cerchi di tenere a freno quel desiderio bruciante in favore di quella che dovrebbe essere la tua principale attività. {Volontà liv3} Parla. Sussurra. Domanda. Senti il suo cuore galoppare veloce. Non sai... Non capisci. I figli della notte sono lontani dalle emozioni umane, ma gli piace fingere di essere come gli esseri viventi con le labbra rosee e volto pieno. Guardami pure, ragazzina: nessuna effige ti dirà chi e cosa sono. Forse lo scoprirai da te... Forse qualche dubbio ti verrà dopo questa mia domanda. {Cosa desiderate dai Maestri dei Veleni?} Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda, vero? [Tenebra I - Veggenza I]

TIDE [esterno CdV] Quelle iridi violette, chissà poi perché, la farebbero sentir quasi nuda, forse per l'intensità di quello sguardo, forse per il desiderio che potrebbero lasciar trapelare o, forse, è solamente la suggestione di quella strana notte. Non sembra esser la dama persona estremamente loquace, certamente non ciarliera. Le domandae di Tide e la sua aspettativa verrebbero, ancora una volta, deluse e la loro soddisfazione subordinate alla risposta ad una secca domanda che le verrebbe rivolta. Sarebbe tentata di rispondere che...niente...non cerca niente, tale è la suggestione che l'esile dama provoca in lei. Ma, accipicchia, si trova lì per cercar risposte e allora perché mai dovrebbe arrendersi a quei conturbanti occhi. ''Io...io volevo...vorrei chieder loro se accettano aspiranti; se vi è speranza per una giovane straniera di poter aspirare ad apprendere la loro preziosissima arte.'' queste parole, seppur titubanti inizialmente, verrebbero pronunciate con estrema convinzione, con entusiasmo misto a speranza. E' forte il desiderio di Tide di poter apprendere dai Maestri e ciò verrebbe espresso con tutta la forza scaturita dall'intimo. ''Inoltre...bé... la bettola è un paradiso esclusivamente per gli scarafaggi e un alloggio più decente vi confesso mi permetterebbe di sentirmi un po' più...femmina.'' Confesserebbe ciò cercando con lo sguardo la complicità e la comprensione della dama scarlatta, senza tuttavia aver la certezza di riuscire a trovar appoggio.

MELISANDE [ Esterno CVD ] Attendi solo pochi istanti e subito l'umana risponde. Un passo verso di lei, piccolo piccolo. Hai vinto una battaglia, ma vincere la guerra e tutt'altra cosa perchè, proprio grazie a quel piccolo passo, l'odore del suo Sangue torna ad investirti... e più forte di prima. Ci sarà una lotta, l'ennesima, tra te e quell'Essenza che ha preso il posto della tua anima... Chi vincerà? Tide dovrebbe sperare nella vittoria della Signora dei Veleni, altrimenti sarebbe costretta a soccombere al bacio della Vedova Nera dei Moth che, tuttavia, pare essere ricercato. Quell'umano, dopotutto, te ne chiese ancora un altro. {Volontà liv3} Parla l'umana: la sua voce ti raggiunge forte e chiara, malgrado quell'incertezza iniziale che non sei più in grado d'interpretare. Aspirante. La valuti con occhi diverso, ora, senza mai mutare però l'espressione placida del viso. La guardi con gli occhi della Signora dei Veleni. {Sotterfugio liv3} Un altro passo, ti concedi un altro passo verso di lei perchè la lussuria cede il posto alla curiosità: almeno per il momento Tide è salva. Le concedi, forse, un po' di luce. Magari dalle tue parole potrà comprendere che non sei una passante qualsiasi ma un'assidua frequentatrice della casa. {La via dei Veleni richiede sacrificio. Ritenete di essere in grado di sopportare una vita di privazioni?} D'accordo Melisande, forse stai esagerando. L'ombra di un sorriso ti attraversa il volto: sai ancora sorridere, malgrado l'Essenza... malgrado la Non Vita. [Tenebra I - Veggenza I]

TIDE [esterno CdV] Vedendola così elegante, quasi regale nell'atteggiamento, si sentirebbe fuori posto, inferiore, non all'altezza di quella dama, seppur consapevole che, in fondo, non vi nulla di cui essere all'altezza. Con le mani tenterebbe di stirarsi un poco la camicia al di fuori dei calzoni e, con gesto a seguire, andrebbe a ravvivarsi la chioma corvina. Un passo verrebbe spinto verso Tide e ciò sarebbe utile soltanto ad evidenziare, se ce ne fosse bisogno, il fascino di quella straniera. L’eleganza è prima nei modi, nello sguardo, nella sua essenza, che nelle vesti e la ragazza dovrebbe respingere certo un moto d’invidia. Per lei che prova quasi odio per il genere maschile la figura della donna racchiuderebbe un fascino particolare: è attratta da lei o dal magnetismo che vorrebbe anch’essa possedere? Si sente scombussolata Tide e il suo periodo lunare farebbe sì che il suo stato emotivo risultasse particolarmente sensibile. ‘E in quella schifezza di bettola l’igiene non è certo la priorità dell’oste? Penserebbe tra sé. Di nuovo si avvicina la dama e di nuovo le rivolge una domanda, parrebbe quasi accompagnata da un sorriso. “Privazioni dite?” Da quando la conoscenza risulta una privazione? E' proprio per arricchirmi che io desidero percorrere la via dei veleni, per divenir ricca di sapere, per apprendere quanto più possibile dei segreti sommersi e per uscir dall'ignoranza. Non temo la fatica e potrei dedicar la mia stessa esistenza, per quanto mi verrà concesso di vivere, ad apprendere tutti i segreti che oltre quella soglia potrebbero insegnarmi.'' Si accalorerebbe nel pronunciar quelle frasi, non sente più freddo ora Tide e la sua pelle risponderebbe a quell'improvviso aumento della circolazione sanguinea.

MELISANDE [ Esterno CDV ] Non sono sicuramente i tuoi abiti ad aver attirato l'attenzione della vampira, piccola umana. Piuttosto il delizioso profumo del tuo Sangue. Lo senti quasi scorrere in gola, tiepido e rigenerante. Ne hai bisogno per riscaldare il freddo delle tue membra, ne hai bisogno per placare la Sete che ti tormenta nel sonno simile alla morte e nalla veglia. Ti brucia la gola, i canini -ora invisibili- ti causano quasi un dolore fisico: non provano dolore i figli della Luna, piuttosto -forse- sensazioni che sono eco di quelle che provavano quando eri umana. Risponde alla tua domanda l'umana. Risponde e s'infervora nel parlara: è arrivata di notte, dal nulla, questa aspirante. Minuta ma sembra possere calore. Sembra. Ti aggrada la sua risposta ma, ancora di più, ti aggrada l'accelerare del battere del suo cuore. Lo pecepisci così bene... Come se fosse tra le tue mani quel suo cuore umano. Resisti, Signora dei Veleni. Resisti. {Volontà liv3} Non le rispondi, non ancora. Semplicemente le sorridi ancora e cerchi di muovere altri passi verso di lei o, forse, più verso il portone perchè sarà quello l'oggetto del tuo sguardo. Sul legno scuro si poseranno le tue iridi ametista e nella mano destra sarà comparsa già una chiave dalle fattezze insolite. {Si aprirà la porta, ora?} Domandi questo, senza guardare l'umana. Ma la serratura, infine, scatterà e il portone si aprirà verso l'interno a svelare un atrio spartano ma illuminato da alcune fiaccole. E ora, umana? [Tenebra I - Veggenza I]

TIDE [Esterno CdV] Silenziosa, magnetica, elegante, ancora spinge dei passi verso di lei, che si troverebbe in prossimità del portone, e non potrebbe fare a meno, Tide, di ammirare come la notte sembri essere la veste che avvolge la dama, ancor più della veste scarlatta. Il riverbero delle fioche luci nella nebbia sembra creare una danza affascinante al muoversi d'ella. La mano aggraziata, quasi di cera, si muove armoniosa, impugnando ciò che schiuderà il ligneo ingresso. Eppur parrebbe quasi siano quelle magiche iridi ametista a schiuderlo, al solo voler della dama. La sorpresa sarebbe totale e per un istante il respiro della giovane sembrerebbe restare sospeso, le labbra leggermente schiuse. Spingerebbe qualche passo incerto Tide, portandosi accanto a colei che, certamente, ha a che fare con quel luogo, probabilmente un'insegnante, con quel carisma non certo una portinaia. Non oserebbe la giovane aspirante sopravanzare la donna, ma portandosi al suo fianco quasi potrebbe sfiorarla. Vorrebbe quasi farlo in un impeto di gratitudine, solamente per averle permesso di scorgere l'ingresso. Potrebbe notare, illuminata dalle fiaccole, una bacheca, ma poco altro. Si volterebbe verso la regina della notte e avrebbe l'ardir di domandare: ''Voi dunque...posso chiedere chi è colei che mi ha fatto il dono e concesso l'onore di ammirare quest'ingresso?'' Un sussurro caldo, che non mancherebbe forse di accarezzare l'orecchio della vampira, ora davvero molto vicina a Tide.

MELISANDE [ Atrio - Sala Comune ] E' vicina l'umana. Ti sfiora. Ah, maledetta donna! Non sai cosa ti succederà se non ti allontani subito... Non si può certo sperare che un vampiro rinneghi la sua natura in cambio della curiosità! No di certo. Non da te che sei ancora Novizia e così sensibile a quel suo odore invitante che ormai non puoi più ignorare. E' troppo vicina, davvero troppo e il suo tocco brucia sulla tua pelle gelida. Lei, ovviamente, non noterà differenze di temperatura tra di voi ma tu, che di questo inganno sei artefice, bruci come se lei fosse fiamma viva. Indugi qualche istante di troppo, lottando contro il desiderio. E' una lotta: non ci sono armi diverse dalla volontà. E' una lotta e forse, questa battaglia la vincerà la Vedova Nera dei Moth lasciando alla Signora dei Veleni un'aspirante vuota. Forse. O forse la volontà avrà di nuovo la meglio. {Volontà liv3} Perde un respiro, l'umana. E perde anche un battito di cuore: tu puoi sentirli, riesci a contarli e per questo sei in grado di percepire queste sue mancanze. Ebbene si, finalmente la verità è stata svelata agli occhi dell'Aspirante dei Veleni. Un titolo nobile che non concedi a molti ma questa notte, Tide, se l'è meritato. D'altra parte solo tu puoi nominare gli aspiranti, tu che di questa casa sei Signora e Sovrana. Non per mancanza di modestia, ma perchè hai donato ai veleni il tuo stesso corpo parecchie lune or sono. Hai sacrificato la tua vita umana ai Veleni e alla loro creazione e cura hai votato anche l'Eternità. Con un cenno della mano, lento, le indichi di procedere verso l'interno della casa. C'è l'atrio e, dopo pochi metri, ci sono degli archi in muratura che rappresentano l'ingresso alla Sala Comune. Quando Tide sarà entrata, varcherai la soglia dietro di lei e accompagnerai il portone fino a completa chiusura: non c'è più via di scampo per l'umana, ormai. A questo punto sarà tua premura avanzare fino ad affiancare l'umana, per poi superarla. Trovi impossibile, ormai, silenziare i Doni di Sangue. Impossibile, davvero. Raggiungi per prima la Sala Comune. Questa, al contrario dell'atrio, è ben illuminata: ampi tavoli, librerie colme, tappezzeria di velluto cremisi. Fuoco spento. E' estate... Sarà per quello, no? {A questo punto} cominci, come se avessi a disposizione tutta la vita {non è importante sapere chi sono o non sono io, piuttosto chi siete voi.} Saranno le poltroncine in velluto la tua -la vostra- prossima meta. [Veggenza I - Tenebra I]

TIDE [Atrio-sala comune] In quel loro istante di vicinanza, parrebbe esitare un istante nel proprio incedere la padrona di casa. Tide, fraintendendo, penserebbe che la causa di quella titubanza sia morivata dal suo cattivo odore. ''Perdonatemi signora, la mia cattiva essenza non dipende da mancanza di abitudine all'igiene, ma quella schifosa bettola...'' Si discosterebbe appena nel dir ciò, per poi seguire l'elegante figura di rosso vestita all'interno della sala comune. Il luogo risulterebbe spazioso e il camino, ora spento, rappresenterà certamente in inverno una preziosa fonte di calore; deve risultar piacevole accomodarsi sulle poltroncine di velluto a goderne gli effetti. Avrebbe certo modo di osservare i numerosi volumi, posti ordinatamente sui ripiani e lo sguardo le si accenderebbe di una luce bramosa. Distratta da ciò, tarderebbe qualche istante a dar risposta al dir della fascinosa dama. La fisserebbe in quei magnetici occhi, non comprendendo bene il motivo della freddezza d'ella, e deciderebbe allora di giocare a propria volta un poco con lei, senza Ovviamente osare sfidarla più di tanto, è pur sempre lapadrona di casa. ''Chi sono o chi sono stata credo nonrivesta molta importanza per voi. Vorrei che da questa notte potesse contare solamente ciò che diverrò o potrei diventare, se avrò l'onore e la fortuna di essere accolta tra queste mura. Il mio nome è Tide e questo...bé...forse sì, questo può essere importante.'' Sorriderebbe con una leggera alzata di spalle e le smeraldine iridi permarrebbero incollate a quellle della dama, non per sfidarla, certamente no, soltanto per coglierne al meglio la reazione e, in verità, per poter aver il privilegio di goderne la malìa ancora per un poco.

MELISANDE [ Sala Comune ] E mentre ti accomodi nella poltroncina centrale apri ancora i tuoi sensi. Sebbene distante riesci a percepire il cuore di Dhaanna che batte veloce, il suo respiro regolare, le paroline che pronuncia nel sonno. Dhaanna. Tua figlia di Sangue: l'unica che hai avuto, l'unica che potrai mai avere. Sebbene non ci siano più spunti d'amore veglierai su di lei e sulla sua progenie nel corso dei secoli. Una madre immortale che seguirà i suoi passi nell'eternità. Poi, grazie ai Doni di Sangue, riesci a percepire la fragranza dei Veleni: ogni oggetto di quella stanza è impregnato di Veleno. Ma, ancor di più, è l'odore del Sangue dell'umana a stordirti, sebbene sia quasi impossibile stordire un Figlio della Luna. Siedi, quindi, su quella poltroncina morbida... gambe accavallate e mani sui braccioli. Respiri. Sei ancora umana, dopo tutto... L'incantesimo è ancora in atto. Inizialmente è stato difficile imparare a battere le palpebre e sollevare il torace, ma ormai ti sei abituata e fa tutto parte di un gioco preda-predatore che è al di sopra anche di te. La risposta dell'umana provoca un sorriso che potrebbe sembrare spontaneo, ma solo perchè tu vuoi che sia così. {Sotterfugio liv3} Audace! {Bevete qualcosa?} Domandi. Sposti lo sguado violetto su una bottiglia di cristalli contenente del vino e dei calici, anch'essi di cristallo, posti accanto alla bottiglia su uno dei tavoli. Nuovamente lo sguardo viene spostato su Tide, l'Aspirante. {Mi piacerebbe vedervi più spesso, mi piacerebbe poter rispondere alle vostre domande... Vorrei potervi valutare prima di concedervi l'accesso a queste mura e allontanarvi dalla bettola di Ricard che, mi rendo conto, non è il luogo adatto per una signora}. Ancora una pausa, pochi secondi... Neanche un battito di ciglia. Ancora un sorriso sulle tue labbra rosee, vive. {Io sono Melisande, Signora dei Veleni.} [Veggenza I - Tenebra I]

TIDE [Sala comune] Certo, oltre al percorso futuro, Tide farebbe bene a preoccuparsi anche di racimolare qualche denaro per comprarsi del vestiario decente; al cospetto di quella dama potrebbe facilmente apparire come una stracciona. Si accomoderebbe sulla poltroncina a lei destinata, seguendo l'esempio di colei che ora le offre da bere, con cortesia e ospitalità. ‘Com’è elegante anche seduta!’. penserebbe tra sé l’umana. “C’è da fidarsi?” risponderebbe con un sorriso all’offerta. “Certamente, vi ringrazio. Siete gentile.” Nel mentre Tide approfitterebbe per percepire odori, suoni silenti e sensazioni, quel luogo pulsa di conoscenza ed ella, semplicemente, si sente felice di trovarsi lì. Ora la signora proseguirebbe nel suo dire e nell’intenzione di valutarla. Già quello verrebbe considerato da Tide un enorme successe e l'emozione farebbe palpitare forte il suo cuore. Cuore che ora, all'udir svelata l'identità della Signora dei veleni, prenderebbe a galoppare impazzito come un cavallo in una sconfinata prateria. ''Mia Signora...voi...voi mi state onorando e rendendo oltremodo felice. Vedermi più spesso dite? Se soltanto è vostro desiderio, Signora dell'arte dei venefici non sarebbe davvero possibile altro modo di porsi.

MELISANDE [ Sala Comune ] Ridi di quella domanda. Una risata che sembra autentica mentre ti sollevi: autentica e spontanea. Melisande dei Veleni avrebbe sicuramente riso di quella domanda. {Non sono solita avvelenare gli Aspiranti, spero di non dover cominciare con Voi!} Anche questa, in effetti è una bugia: sei stata molto crudele con Esthel. Hai fatto in modo che si mettesse alla prova donandole un Veleno. In questo modo, la piccola mezzelfa, ha scoperto i mostri che si nascondono sotto il letto o, più precisamente, in un laboratorio di creazione. Raggiungi quel tavolo e versi in due calici il vino: ha lo stesso colore del Sangue, per questo ti piace... Eppure riesce a stordirti. Il cibo umano ti stordisce. Ritorni presso le poltroncine e cedi uno dei due calici alla giovane Aspirante mentre sistemi l'altro sul tavolino davanti a voi. {Ora non esageriamo. Non ho bisogno di una serva, ma di una mente vivace che possa esplorare ed apprezzare le diverse sfaccettature che mostrano i Veleni.} Le spieghi: ci manca solo un'ombra! Già è difficile spiegare la tua assenza nelle ore diurne... Hai un vantaggio: essendo tu la Signora della Casa, a nessuno viene in mente di farti domande. Galoppa il cuore di Tide. Lo percepisci. E' meraviglioso e accentua l'odore del suo Sangue che già permea l'aria. {Perchè avete scelto i Veleni? Molte congrege dispensano conoscenza... Perchè proprio noi?} Attenta Tide: è la domanda più importante. [Veggenza I - Tenebra I]

TIDE [Sala comune] E' bella pure quando ride! Cosa darebbe Tide per poter possedere soltanto metà della classe e del fascino di lady Melisande. Ora le porgerebbe un calice di vino e, senza mostrar titubanza, Tide lo prenderebbe dalla sua mano. Non ama il vino, memore degli effetti che ha avuto sul suo padre adottivo e delle conseguenze ch'ella ha dovuto poi subire. Nell'afferrare il gambo del calice indugerebbe un poco, certo più del dovuto sul dorso delle dita di Melisande. Risulterebbero certo un po' fredde, ma alla giovane quel contatto accenderebbe il fuoco nelle vene. Tuttavia le domande poste dalla Signora dei veleni la costringerebbero a distoglier l'attenzione da quel fuggevole, quanto piacevole, contatto e a concentrarsi sulle migliori risposte da fornirle. ''In fasce fui raccolta da una donna di buon cuore, mi avevano abbandonato e forse sarei morta senza il suo aiuto. Mia nonna è stata la persona che più ho amato al mondo e, probabilmente, anche quella che più mi ha amata. Le sono stata spesso accanto quanto trafficava con erbe, preparando decotti, pozioni e quant'altro. Mi sono appassionata a quell'arte, al sapere sconosciuto che è racchiuso oltre le comuni usanze. Avrei voluto approfondire maggiormente quelle conoscenze, ma il destino non ha voluto concedermi la fortuna e il tempo per apprendere, portandomi via l'amata nonna prematuramente. Credo di dovere a lei e a me stessa di riuscire a realizzare il mio sogno di conoscenza. Per questo vorrei intraprendere la via dei veleni, così come degli antidoti o delle erbe, desidero la conoscenza, il sapere. Non so se avete mai provato un desiderio...una sete che ti toglie il respiro e che ti costringe a trovar la sua soddisfazione. Credo proprio che spenderei la mia vita per soddisfarla.'' Lungo il dir dell'umana, verbiato con enfasi, ed è proprio quel desiderio che vorrebbe far percepir a Melisande.

MELISANDE [ Sala Comune ] Indugia, l'umana, nel sfiorare le tue dita e tu posi nuovamente su di lei il tuo sguardo prima di lasciarla andare, forse per l'ultima volta. Quel suo tocco che brucia sulla tua pelle tiepida ed è, allo stesso tempo, un invito. Maledetta umanità! I Vampiri credono di poter dominare il mondo con la loro forza e il loro intelletto, con le loro emozioni assenti e il loro potere. Ma dove andrebbero senza gli umani? Ne sono dipendenti, ne hanno bisogno per poter sopravvivere. Basta. Che si penta delle sue provocazioni: quel cuore che batte è una provocazione! Ora pretendi che batta solo per te e, mi sembra ovvio, per i veleni. Per questo sei davanti a lei e, un battito di ciglia dopo, sei dietro di lei. Sai essere veloce, molto veloce. Ti muovi rapida come la materia stessa e in un attimo dovresti ritrovarti alle sue spalle, dietro la portoncina. [Celerità I] Le tue mani, ancora tiepide d'incantesimo, andrebbero a posarsi sulle sue spalle: la mano destra sulla spalla destra, la mano sinistra sulla spalla sinistra. Una leggera forza così che non riesca più a sollevarsi, l'umana. [Vigore I - Passivo] E non c'è più la Volontà a tenere le briglie dell'Essenza che ha preso il posto della tua Anima. Nessuna Volontà di ricacciare indietro il desiderio di lei. Non vuoi che il suo Sangue, la Bestia lo reclama... I Doni del Sangue lo reclamano. Ne hai Bisogno, così come un dannato ha bisogno di colui che l'ha maledetto. E ora hai bisogno di Tide. Nessuna volontà per rendere meno dolorosa quella puntura che sentirà sul lato destro del collo. Perchè un Novizio, Tide, è come un bambino... Non è in grado di controllarsi, non fino in fondo, almeno. Non quando sta per ottenere la caramella tanto desiderata. Sangue, attraverso i canini, zampilla nella tua bocca e poi scende in gola. Dove passa -incontrollato- fa rinascere la vita e placare la Sete. Ma più ne hai e più ne vuoi e continui a rubare a lei ciò che le appartiene: demone dagli occhi Rossi e non più ametista. Cosa proverà Tide? Dolore per quella puntura inaspettata ma dopo? Dopo proverà solo un autentico piacere. Piacere infinito. Mai ha provato un piacere così intenso in vita sua. Vedi cosa può regalarti, Melisande? [I Turno suzione] [Tenebra I]

TIDE [Sala comune] Potrebbe esser percepito come fuoco lo sguardo della Signora, è così intenso. Tutta in lei è, per la verità, intensità, forza, energia, e riderebbe forse delle proprie percezioni Tide nel conoscere la sua realtà di non vita. Giocherella con il calice tra le dita, ne porta alle labbra il bordo per assaggiare un poco di quel liquido alcolico. Stropiccerebbe le labbra prima di deglutirlo, non le piace molto. Per evitare quindi di dover prolungare la sofferenza, sceglierebbe di svuotare il calice tutto di un fiato, almeno sarà finito quel supplizio. In quanto agli effetti dell’alcol su chi è astemio…bé forse non tarderanno a farsi sentire. Infatti ecco che la Signora non è più di fronte a lei, ne percepirebbe la presenza alle proprie spalle. Difficile comprendere se sia un effetto del vino o una qualche diavoleria della dama. Ora le sue mani si fanno forti, le sente sulle spalle e non riesce certo a comprenderne le intenzioni, Tide. E’ la mente ad essere annebbiata dal vino o forse il calice conteneva un qualche veleno che induce allucinazioni? Tenterebbe di voltarsi alzandosi leggermente, ma quelle braccia sono forti, granitiche. O è forse lei che non ha in sé la capacità di reagire; maledetto vino! Ora sentirebbe le labbra della Signora dei veleni accostarsi alla pelle del proprio collo, sul lato destro. Un bacio, un approccio sessuale? Mah…in fondo non le dispiacerebbe. Ma ecco improvviso e acuto giungere il dolore e la mente si schiarirebbe all’istante, per il getto di adrenalina.''Hey! Non così...non mordere...'' tenterebbe di alzarsi, di voltarsi e sottrarsi a quella presa, senza riuscirci. E nello scorrere degli eterni secondi, un rilassamento piacevole s'impossesserebbe di Tide e quella bocca...tutto in lei sarebbe un fremito, ma poco di ciò che le sta accadendo avrebbe, in verità, modo di comprendere.

MELISANDE [ Sala Comune ] Si ribella l'umana. Accelera il battito del suo cuore. Così dev'essere e l'Essenza ne gioisce perchè più Sangue arriva alla tua bocca. Puro. E' sangue puro, non corrotto dai Veleni. Non corrotto dall'uso di sostanze di dubbia provenienza. L'alcool, ancora nello stomaco della giovane, non viene assorbito attraverso il suo Sangue. Ne prendi ancora e ancora, sempre di più. E non ci sarà mai una fine. Dopo di tutto non è uno scambio equo, Tide? Mi sto prendendo il tuo Sangue ma tu ne stai ricavando momento di piacere intenso che nessun uomo o nessuna donna potrebbe mai donarti, uomo vivo... s'intende. Si placa la Sete, finalmente si placa e smette di tormentarti. Succede solo in questi rari momenti di non sentire quella dolorosa arsura. E le sensazioni dell'umana, così acute prima, cominceranno ad affievolirsi: non avrà più la forza di ribellarsi -non ci sarebbe riuscita comunque. Le palpebre cominceranno ad essere più pesanti. Il respiro più regolare. Grazie ai doni del Sangue riesci a percepire tutti questi mutamenti che dovrebbero avvenire nel corpo di Tide contemporaneamente alla tua suzione. Non abbandonerai le sue spalle, ma allenterai il tuo tocco. E non c'è più la Signora dei Veleni, ma solo la Vedova Nera dei Moth dagli occhi cremisi, figlia della Sposa, figlia di Ithilbor. [II Turno suzione] [Tenebra I - Veggenza I]

TIDE [Sala comune] Non può certo conoscer dell'esistenza di coloro che si nutrono di sangue, la giovane umana, da troppo poco tempo è giunta in quelle terre e certo non si aspetterebbe che colei che si è presentata come la Signora dei veleni sia una vampira. Ma a nulla servirebbero ora i ragionamenti, è una preda nelle fauci della fiera. ''Mia Signora...'' la voce si farebbe più fievole in quel dire e una debolezza soporifera inizierebbe a impossessarsi di lei quasi sommergendola. Il cuore, forse, inizierebbe a rallentare i battiti e ciò che avrebbe desiderato come contatto piacevole diviene sempre più un precipitar nel vuoto e nell’oscurità. Non vi è già più dolore, né paura, è un piacevole oblio in cui cullarsi e lasciar spaziar la mente. Le braccia si lascerebbero andare lungo i bordi della poltroncina e il corpo di Tide non risponderebbe più ai comandi impartiti dalla mente. Non sarebbe ancora una perdita di coscienza totale, ma ormai di ciò erano le speranze di una giovane attratta dai veleni inizia restare ben poco. Si era offerta come schiava? Bene, ora quel corpo è alla mercé di lady Melisande e che il cuore cessi di palpitare o continui a farlo tra quelle mura, dipende soltanto dalla Vedova nera dei Moth.

MELISANDE [ Sala Comune ] Quel ''Mia Signora...'' potrebbe risultare come un'accusa nei tuoi confronti o una richiesta di aiuto. Una donna tradita da colei che doveva essere la sua guida, la risposta ad ogni sua domanda. Non hai più una coscienza per rispondere a quella richiesta di aiuto, anzi... Magari la Vedova Nera dei Moth giosce pure di quel lamento. Chissà. Non sta a me, umile narratrice di questo dramma, andare ad indagare l'animo di un Non Morto. E così ogni resistenza da parte di Tide scema nella stanchezza, sebbene le sia ancora possibile percepire il piacere del Bacio. La palpebre si fanno sempre più pesanti: comincia ad essere più difficile riaprire gli occhi dopo averli chiusi? Rallenta il cuore: riesci chiaramente a percepirlo grazie ai Doni che Ithibor ti ha tramesso con la transizione. Tra un sorso ristoratore e l'altro la Vedova Nera, spinta forse dalla volontà della fu Melisande, comincia a ricercare un filo speciale che la lega a Tide. E' un filo che, attraverso il Sangue, ti collega alla mente dell'umana, Aspirante dei Veleni. E' un filo sottile e fragile, difficile da riconoscere ma che, una volta afferrato, diviene più spesso e tangibile tra le mani che la tua mente protende. Non ti dimentichi, comunque, del Sangue che stai rubando a Tide. E' così delizioso... Non ha deluso, per nulla, le tue aspettive. E poi, diciamolo, se l'è cercata!! [Dominio II 1/2][III Turno Suzione][Tenebra I - Veggenza I]

TIDE [Sala comune] Il buio si tingerebbe di rosso ora, nel campo mentale di Tide. Il rosso in sangue, il sangue in fuoco, il fuoco in una lacrima che potrebbe tracimare dagli occhi spenti in quel capo reclinato. Scorrono le immagini dell'amata nonna, della casa che la vide crescere, la violenza subita e il suo sangue di giovane virgulto versato su un letto profanato. Il fuoco con cui Tide ha voluto lavare la violenza e l’ingiustizia subita. La gola squarciata di suo padre, chissà se quel sangue saturo d’alcool sarebbe stato gradito alla Signora. Non è più coscientemente nella Casa dei veleni ora, il suo viaggio sta quasi per iniziare, si trova in un limbo d’incoscienza che potrebbe esser l’anticamera della morte. Precipita la giovane umana, sempre più nell'abisso, laddove non vi è più sogno, né speranze, né palpito di vita, né respiro. Ora è solo il nulla e non vi è sensazione alcuna. Domani sarà forse per lei un'alba di tenebra o il nulla resterà l'unico abbraccio per quel corpo inerme che giace con un sorriso disegnato sulle labbra, sopra una poltrona davanti a un fuoco spento che mai la scalderà.

MELISANDE [ Sala Comune ] Ricomincia a lottare, Melisande dei Veleni perchè... Perchè? Riesci chiaramente a percepire che la fine di Tide è vicina, molto vicina. Il suo respiro è percepibile solo da te che possiedi i Doni di Sangue, così come i battiti flebili e lenti del suo cuore. Comincia ad essere più fredda, l'umana. Le tue mani su di lei non bruciano più di quel fuoco vitale che prima ti ha tanto rapita, ora -semmai- puoi essere tu più calda di lei. Le hai rubato molto, forse troppo, quasi tutto! Quel filo che stringi tra le mani diviene ora un canale aperto nella mente dell'umana e che ti permetterà di plasmare i suoi ricordi, di renderli falsi così che non possa tradire la tua natura. Al rogo, finiresti al rogo se solo qualcuno scoprisse quel che sei. E quindi cominci a parlare con la mente di Tide, perchè possa vivere ancora, per far battere ancora il suo cuore, per sentire ancora il suo tocco caldo sulle tue mani fredde. Perchè possa ancora domandare dei Veleni, perchè possa scegliere da sola la sua strada. {Dopo aver bevuto il vino ti sei sentita male: avevi la nausea e ti girava la testa. Melisande ti ha detto di riposare e che, eccezionalmente, saresti stata ospite della casa dei veleni. Così ti sei addormentata sulla poltroncina di velluto rosso. Non ricorderai il bacio, non ricorderai occhi rossi o canini appuntiti. Non ricorderai il dolore della puntura né il piacere che ad essa è seguito.} {Sotterfugio liv3} [Dominio II 2/2] E' tutta una lotta tra Volonta ed Essenza. Tide! Melisande sta lottanto per te. Così i canini, dopo un ultimo desiderato sorso, si allontanano dal collo della giovane. La lingua, rosea, passerà, forse indugiando troppo, su quei due forellini per richiuderli e cancellare ogni prova del misfatto. Dorme Tide. E' regolare il suo respiro mentre la tua Sete, di nuovo, si erge imperiosa. Ma l'alba è ormai vicina e la percepisci chiaramente: malgrado il pasto appena consumato cominci a sentirti debole. Novizia: appassionata quanto debole. Recuperi il calice dalle mani di Tide e lo sistemi accanto al tuo che è ancora pieno. Sulla porta del laboratorio osservi l'Aspirante dei Veleni. Non sorridi ma lasci svanire l'incantesimo. Riposa, Tide. Te lo sei meritato. [IV Turno Suzione][Veggenza I]
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