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{ Consacrarsi ai Veleni, Impiccare le emozioni }

Ultimo Aggiornamento: 26/07/2015 14:32
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Sesso: Femminile
26/07/2015 14:32
 
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"C'è sempre un prezzo da pagare."



RIASSUNTO: Ancora una volta Irina, si reca alla Dimora dei Veleni. Ancora una volta, i suoi passi la portano lì. Quel luogo, che oramai vede come Casa. Fatto ingresso nella Sala Comune, non ci vorrà molto prima che la Signora dei Veleni si palesi al suo cospetto, abbandonando per un attimo il laboratorio. Ed ecco che parte uno scambio di opinioni, la Volontà della Russa di consacrare la sua vita ai Veleni si manifesta forte, potente come un boato che squarcia le Tenebre. Ma la Signora dei Veleni sceglie di metterla alla prova. Svanisce nel laboratorio e al suo ritorno, poserà su uno dei tavoli della Sala Comune diversi contenitori. Ognuna con un veleno differente. Le chiederà di scegliere. Ed Irina, eseguirà ciò che l'eterna comanda.
Le sue dita scheletriche cadranno su una fiala dal tappo smaltato di nero. L'immortale, imperativamente le dice di bere il contenuto della fiala. E ancora una volta, per scelta, Irina sceglierà incosciente di eseguire. Una volta ingerito il veleno, ciò che Irina percepirà non sarà altro che il sapore di alcool. Successivamente Irina domanda e Melisande finalmente sceglie di dare risposte. La Russa apprende di aver ingerito un Veleno Benefico. Il corpo pallido della russa, inizierà a coprirsi di macchie nere, esse si espandono rapidamente su tutto il corpo. Come suo solito, la Russa mantiene il suo contegno anche di fronte a questa situazione. Fino a ricoprire ogni centimetro della sua pelle. La Maestra continua nelle sue spiegazioni ed Irina, chiede quali siano gli effetti collaterali. L'eterna non risponde poichè non ci vorrà molto per scoprirlo, le macchie iniziano a svanire per lasciare posto ad un prurito insopportabile su tutta l'epidermide. Ma non è ancora finita per la Russa. La Vedova dei Moth ora reclama il suo sangue, l'eterna la cinge in un abbraccio che verrà testimoniato dalla loro presenza innanzi allo specchio. Irina vedrà gli occhi rubino, i canini affondare nella carne del suo collo. Brutale e carnale. La Bestia verrà saziata. Irina, infine perderà i sensi, l'eterna provvederà a distorcere i suoi ricordi per non lasciare traccia di quel ricordo nella mente della Russa. L'accompagnerà infine al piano di sopra. Permettendole così di riposare, accanto al letto, le lascerà la Divisa di Congrega che potrà trovare al suo risveglio assieme ad una pergamena. Ora Irina è un'Ancella dei Veleni.



IRINA ♕ Vicolo - Ingresso Casa Veleni ♕ Cammina Irina, senza indugio, senza niente che ti ferma. Sai dove sei diretta, i piedi si stanno muovendo da soli in quella direzione: La Dimora dei Veleni. La consueta veste nera, dal taglio rigoroso, i capelli color del grano raccolti in una treccia. La mente continua a lavorare, non si arresta nemmeno un istante. Gli zaffiri la vedono, sei giunta a destinazione giovane Russa. Innanzi alla porta, tutto ciò che farà sarà esercitare una rapida pressione per portarsi all’interno dell’abitazione. Una volta all’ingresso proverà una sorta di ristoro, essendo riuscito a dissipare in parte l’intenso calore dolciastro della stagione calda. Si umetta le labbra livide ma allo stesso tempo carnose. Mostri si aggrovigliano nei meandri della mente. Placati. Farà un paio di passi, molti lenti, estremamente cadenzati. Non c’è alcuna fretta. Prendersi il giusto tempo per ogni cosa, gustarsi un momento che nello stesso attimo in cui accade è già ricordo. Confinato nel passato. Un sospiro. Le mani dalle falangi nodose, sono intrecciate come spire infernali innanzi al grembo. Cosa cercano i tuoi occhi Irina? Chi cercano stavolta? Il cipiglio severo alberga imperturbabile sul volto della Russa. Lineamenti spigolosi. Cerchi quella donna non è vero? Alla fine, si finisce sempre per tornare al punto di origine. E questo è il tuo Irina. Come una bambina, finisci sempre per tornare in questo posto. Che sia questa poi Casa? “Casa”; un concetto estremamente complesso su cui soffermarsi. Le persone, bramano forsennatamente avere un posto a cui appartenere, per salvarsi, per identificarsi. Per affermarsi come individui, per non essere senza radici. Fa parte per i più, di uno di quei bisogni primordiali a cui è impossibile sottrarsi. Ma tu Irina? Sei lontana dalla Madre Russia. Non fiata, Irina. Resta immobile, nell’attesa che l’oltretomba si prenda la sua anima, la ingoi definitivamente.


MELISANDE [ Laboratorio - Sala Comune, Est. ] E ancora una volta ti ritrovi nel laboratorio, anche una volta da sola. Tu e i tuoi veleni. Hai assistito Ithilbor la scorsa notte, osservandola in silenzio riprendere confidenza con i Veleni. L'ombra sileziosa di una Maestra che sgrida un'allieva che non è nemmeno la tua, Melisande. Perchè Erinn dei Veleni ha preso la mente della Vestale dei Veleni e l’ha plasmata nel veleni stessi, dandole la forma che ora possiede. Non è affatto sciocca, Melanie. Ma è scostante e i Veleni, si sa, si prendono o tutto o niente. Indossi la divisa di congrega, nera e viola. I colori del lutto. Eppure tu non sapresti scegliere colori diversi, perchè un Veleno te lo raffiguri sempre come un liquido violaceo che corrode. Insomma stavamo parlando del tuo aspetto, Signora dei Veleni: indossi questa divisa nera e viola che però è troppo grande per il tuo corpo scheletrico, perchè non puoi vantare -in questo momento- il tuo aspetto umano. Gli occhi sono rossi, il viso scheletrico così come le mani che sfiorano ampolle semivuole. I canini allungati, affascinanti quanto pericolosi, sono in bella mostra. I capelli, che sono morbide onde corvine dai
riflessi talvolta bluastri, sono stati raccolti in una lunghissima treccia spostata sul lato destro del corpo e che rende manifesto il tatuaggio a forma di mezzaluna presente dietro l'orecchio sinistro: un tatuaggio deformato a causa della pelle... cadente che caratterizza qualsiasi cadavere, funerea. E anche questa notte, Gran Maestro, sei l'unico essere cosciente nella Dimora dei Veleni. Ti trovi seduta su una scomoda sedia di legno e davanti a te è presente un tavolo su cui sono state sistemate diverse ampolle e alambicchi: reazioni di alchimia superiore stanno avvenendo. Tempo, c'è bisogno di Tempo per veder nascere un Veleno che è Mortale per tutti tranne che per te. Settimane, mesi. Tempo. E tu ne hai abbastanza, di Tempo. Attraverso i sensi che la Morte ti ha donato riesci a percepire il rumore di goccioline che lente scendono nell'ampolla, riesci a sentire il vorticare della nebbia violacea che riempie le serpentine di vetro di un alambicco e riesci a scorgere tutte le sfumature di colore di quella nebbia malgrado il buio pesto che regna nel laboratorio. E così come riesci a partecipare degnamente alla creazione di quella creatura ancora embrionale, riesci a sentire il rumore della porta d'ingresso che cigola ai piani superiori. E poi passi, rumori di passi che non esitano nell'affermarsi nell'atrio. Ti alzi e con la rapidità che solo gli immortali possiedono attraversi l'atrio e sali le scale. Silenziosa come la Morte. Un battito di ciglia umano, un istante o anche meno se fosse possibile. [Celerità I - Furtività liv1] Ti fermi dietro la porta che porta alla Sala Comune e non per riprendere fiato, no. Da dietro quella sottile porta ti lasci trascinare dall'Odore del Sangue che è di Nadine, puoi riconoscerlo perchè è ancora dentro di te. Ti lasci invadere dal suo profumo e dal suo cuore che batte e lasci che il tuo cominci a battere con il suo, suonando la stessa sinfonia di vita. L'incantesimo comincia a tessersi attorno a te, facendo rivivere il tuo corpo morto. E gli occhi tornano ad essere ametista un istante prima dell'apertura del portone. La porta cigola nel silenzio della Sala Comune.

IRINA ♕ Sala Comune ♕ Non cerca la redenzione la Russa. Questo mai. Quelle enorme gemme blu, pregne di vita, sono sporcate da aloni scuri al di sotto di essi. Lei, la notte resta sveglia. Non si può perdere tempo a dormire, quando ci sono questioni che richiedono risposta, fatti da analizzare. Come ci si può coricare quando vi sono questioni insolute? Shariziah. Esci dalla mia testa, donna. Subito. La mente si distacca dal corpo, iniziando a vagare, viaggiare su dimensioni parallele dove i volti, sembrano divenire presenza autentiche attorno a lei. Dare un senso all’esistenza stessa, renderla autentica e quanto più possibile. Così non è altro che una bieca parvenza di vita. Ognuno, del resto, a modo suo esegue la propria rappresentazione teatrale e cerca di farlo il meglio possibile in modo da lasciare lo spettatore interdetto, confuso. Ignaro della menzogna. Si umetta le labbra, un gesto che oramai si è tramutato in un vizio. Si scioglie i muscoli del collo roteando in maniera circolare un paio di volte. Rumore di ossa. Una sensazione gratificante. Attimi infiniti sembrano intercorrere, mentre la Russa, resta lì immobili in attesa di cosa poi? Ma ecco che un ciglio, arriva come uno schiaffo sul viso. Riportandola bruscamente alla realtà. Quel ciglio, ha un retrogusto vagamente sinistro poiché va ad inondare il silenzio della Sala Comune, in quel momento contaminato solo dal respiro della russa. Un paio di passi, verso Melisande. Gli occhi si riempiono di una luce oscura, affascinante e terribile. I pensieri tornano a turbinare in una cacofonia per nulla armonica nel cervello. Le parole, ora muoiono in gola, qualunque suono cercasse di far uscire in questo momento uscirebbe probabilmente spezzato. Eppure, su quel viso, non resterà altro che una maschera di imperturbabilità. [sangue freddo+1] Deglutisce Irina e lo fa con una lentezza assoluta. E’ qui davanti, ed è qui che deve restare. Lascerà all’altra, la possibilità di parlare. Prendersi il giusto tempo, è fondamentale. Con una sola differenza; per te Irina il tempo, ha senza dubbio un significato differente rispetto all’eterna. Ma questo lo ignori, ahimè.

MELISANDE [ Sala Comune, Est. ] Un lieve sorriso lasci comparire ad increspare l'immobilità del tuo volto, un sorriso malizioso che non può raggiungere gli occhi per un evidente problema di incompatibilità tra la Morte e i Sentimenti. Ferma. E' ferma la Signora dei Veleni nella sua veste funerea, con le braccia lungo i fianchi e le mani rilassate. E ti osserva, Nadine, con quei suoi occhi color ametista che sembrano leggerti l'anima, anche se nulla possono ormai con le emozioni che sono antitesi di Morte. Il baratro si apre dietro la tua figura immortale: un tunnel nero e non illuminato che ben si sposa con la teatralità del momento. E il suo profumo ti penetra dentro, così come quello dei Veleni. E' un tentarti continuo che tuttavia viene constratato da una Volontà che è più dura del ferro, difficile da piegare. [Volontà liv3] Occhi ametista e capelli corvini contro zaffiri e fili biondo grano. Morte contro Vita. Melisande contro Nadine. [ Tenebra I - Veggenza I ]

IRINA ♕ Sala Comune ♕ Un boato interno fracassa i confini labili della mente, un boato assordante che porta il nome della Signora dei Veleni. E’ presenza che confonde ma è anche rassicurazione. Questo la Russa ci vede, per quanto possa essere incomprensibili, sbagliato, folle. Ma così è stato deciso e possibilità che questo sentimento muti, non ha cagione di esistere. Esile come un giunco, la pelle d’alabastro, minuta come un fuscello. Sarà la Russa a fare la prima mossa. **Melisande** Un nome. E basta per riempire la Sala Comune. Per renderla densa e satura. La vita non fa che andarsene, lontana, per la sua direzione. E si porta dietro tutti quanti, verso un unico destino possibile: la Morte. Siamo cibo per vermi, nulla di più. Alla fine dei tempi, non resterà più nemmeno lo scheletro di noi. **Speravo di incontrarti, ancora** Questo il tuo volere Irina, si è dunque concretizzato. La Signora dei Veleni è al tuo cospetto e tu al suo. Ognuna si figura come rappresentate di un qualcosa di più o meno tangibile. Vita, contro Non-Vita. Ma tu Irina, sei certa di essere un esponente degno a rappresentare la Vita? Non proprio. Forse. Il cuore, mantiene i suoi battiti regolari ma è stanco, questo è certo. Continua a pompare, esattamente come Irina continua a respirare. Con una compostezza solenne, quasi regale, bisogna conferire a Cesare quel che è di Cesare. Nonostante la sua corporatura minuta, la Russa fronteggia Melisande con un fare giunonico. **Non so come ma alla fine mi ritrovo sempre qui. In questo posto** e le braccia si aprono, allargandosi mostrando la Sala Comune, ma allo stesso tempo come volerla stringere, o farsi stringere da essa. Gli occhi sono vispi, brillano, sono inghiottiti dall’oscurità ma sanno conservare piccoli stralci di luminosità. **Torno sempre qui..** E non sono le parole di un cucciolo smarrito. Ma la confessione segreta di una donna. Gli zaffiri guardano le ametiste dell’eterna. Il suo solito sguardo impudente. Il petto si alza e si abbassa. C’è vita, è vero, nella Russa. Ma di essa, non ne è rimasta altro che una reminiscenza.

MELISANDE [ Sala Comune, Est. ] Questo silenzio che, come tutti i silenzi, sembra risuonare di una musica tutta sua. Al cospetto della Signora dei Veleni, poi, la musica è una melodia inquietante. Poichè i Non Morti sanno affascinare ma l'uomo che li osserva, seppur sedotto dalla loro ''aura'', non può far almeno di provare un misto di inquietudine e amore. Melisande. Pronuncia il tuo nome, l’umana. Ancora taci. E lei continua. Ascolti i suoi battiti che sono lenti e regolari, segno che questo incontro non le turba l'anima. Ad ogni suo battito fa eco il tuo, ad ogni suo respiro le tue spalle si alzano e si abbassano. Un corpo che finge di essere ciò che non è solo imitanto i movimenti degli umani che ha davanti. Il predatore che si finge simile alle prede per poterle intrappolare. Succede spesso, anche nel mondo della natura. Tu che sembri così esile che una folata di vento potrebbe portarti via, in realtà possiedi la forza di cento uomini. Ascolti le parole di Nadine, ancora. E ancora sorridi con quel sorriso che è malizia e saccenza insieme. Perchè tu lo sai cosa le è successo, doppiamente. Prima l'hai rapita tu, con il tuo Bacio Immortale. E poi l'hanno rapita i Veleni, con il loro fascino macabro. E l'Anima di Nadine, tu l'hai letta, è corrotta fino all'ultimo centimetro. {Le mie allieve mi sussurrano nelle orecchie, Nadine. E parlano di te.} Dici soltanto. La voce flebile e sensuale di una donna che parla ad una bambina. Con un cenno del capo le fai cenno di seguirti verso le poltroncine di velluto cremisi. Lasci volutamente aperta la porta verso l'oblio e siedi sulla poltrona tutta a sinistra, lasciando a Nadine la scelta tra la centrale e quella tutta a destra. Siedi come una regina, composta e dritta, perfettamente a tuo agio su quel trono improvvisato. {Torni sempre qui. Spiegami perchè. Non dire che non lo sai, Nadine. Non prenderti gioco di me.} La incalzi. [ Tenebra I - Veggenza I ]

IRINA ♕ Sala Comune ♕ Quanto valore hanno le considerazioni di una mente stanca? Quanta realtà tangibile si può trovare in una donna, apparentemente mossa dal Vuoto? O tutto o niente. Come i Veleni. Questo è quanto. Questo è tutto ciò che bisogna sapere. E l’eterna parla, si manifesta anche lei in questa Vita facendo fuoriuscire pensieri dalla sue labbra. Tu, sei Ulisse Irina e Melisande una delle Sirene; ma non c’è nessun palo a cui poter essere legata. Sei in balia di lei, come sempre. Ma tu, meglio di chiunque forse, riesce a seguire l’andamento delle onde. Ti lasci cullare da questa nenia, da questo Requiem di Non-Vita come se conoscessi l’esatta posizione dei fili e tutto ciò che occorre fare è seguirli. Melisande che ora si tramuta in Arianna e ti conduce all’uscita. I Veleni l’hanno incastrata. La Signora dei Veleni l’ha incastrata. Ithilbor l’ha incastrata. Lei si sta solamente facendo posto, non per andarsene, ma per ricrearsi lo spazio che sa essere il Suo. La ascolta parlare, successivamente la segue verso le poltroncine di velluto. Prende posto il quella centrale. Gli zaffiri ora si appuntano su di lei. **Se mi guardassi bene, sapresti che non sono qui per prendermi gioco di Te. Che non c’è menzogna in quello che dirò a te ora e sempre. Non a te..So che lo sai** Il tono di voce non ha calore, è freddo come la nuda pietra. Ma è così che è Irina, non c’è modo di mutarlo. **Ho riflettuto. Ho avuto modo di incontrare alcuni abitanti di questa Dimora e loro mi hanno parlato dei Veleni.. Mi hanno parlato con tale forza, che io ne sono stata risucchiata, assorbita, dilaniata. E poi.. ho capito. Non sono solo io ad essere venuta dai Veleni. Anche loro, sono venuti a prendermi.** Le gemme blu, continuando a rimanere su quelli ametista dell’eterna. C’è il rigore di una donna, ma Irina, guarda Melisande come si osserva la propria genitrice. Con lo stesso rispetto, con la stessa devozione.

MELISANDE [ Sala Comune, Est. ] Osservi e ascolti Nadine nella tua quiete immortale. Osservi i suoi occhi blu e il suo atteggiamento senza tuttavia comprenderlo. Ah, umana! Se solo Melisande potesse leggere dentro di te!!! Se solo fosse possibile! Un tempo la Signora dei Veleni poteva indagare l'animo di umani e non con i suoi occhi ametista, comprendeva pensieri e atteggiamenti. Disponeva di questo dono che evocava con una semplicità disarmante. Ora non più, Nadine. Non più. E a questa donna che è narratrice e voce di Melisande non sai quanto dispiace! {E tu cosa vuoi fare, Nadine? Ti lascerai trascinare via dalla marea che sono i Veleni o resisterai e lotterai per riemergere?} Le domandi. Si parla per metafore, certo. Usi la metafora del mare impetuoso perchè.. {I veleni sono così: a corrente ti trascina sempre con più violenza, decide lei dove portarti e poi? Poi ti fa sprofondare sempre più giù, sempre più giù. L'aria comincia a mancare, ogni cosa attorno a te si riempie dei Veleni e non c'è spazio per altro, Nadine. La tua aria saranno i veleni, per loro combatterai e vivrai. Per loro e solo per loro.} Una vita di sacrifici e stenti, questo le stai proponendo. Sarà pronta Irina con il suo sangue nordico e delizioso? [ Tenebra I - Veggenza I ]

IRINA ♕ Sala Comune ♕ Guardare quella donna e vederci in essa riversato il motivo per cui ora sei seduta su quella poltrona. Ti accolto in questa Casa, ha messo sulla tua strada i Veleni. E poi essi sono ritornati con cadenza precisa a bussare alla tua mente, ogni volta che ti recavi qui. Le spalle erette, le mani in grembo, mentre prosegui quella conversazione con estrema calma, con una naturalezza fredda e pacata. Solo gli occhi, lasciano intravedere nel profondo, la Bestia che si rivolta ogni qual volta ti ritrovi a parlare di loro. Irina, sei salita sulla giostra e ora non vuoi scendere. Gli occhi restano fermi su di lei. Guardala, colei che ai tuoi occhi rappresenta anche il caldo ristoro di un ventre materno ma che nasconde in sé il timore che incute un Padre. C’è smarrimento è vero, ma un profondo senso di appartenenza. E’ viscerale. Comprensione. E’ una parola così brulicante di problemi. Non è così? Melisande parla e quando ella giunge all’epilogo, Irina struscerà con i glutei protendendosi un poco più avanti. **Sono consapevole di cosa ti sto chiedendo. Sono consapevole, in parte, il resto verrà da sé, quali saranno i prezzi da pagare. Mi è stato parlato di questo** Una breve pausa, risoluta, netta come una pugnalata nelle scapole. **La mia esistenza è stata una condanna fin dal mio primo vagito, che perdersi nei Veleni è tutto ciò che ti chiedo e avere te come guida, sono pronta per questo ** E non dirai altro, ti chiuderai nel silenzio adesso. Permettendo a quelle parole di attaccarsi ai muri, di giungere alle orecchie di Melisande. Ah, Irina eccolo dunque il tuo responso. Lasciati cullare, lasciati prendere. Abbandonati e sprofonda nell’oblio. Madre mia.

MELISANDE [ Sala Comune - Laboratorio, Est. ] Irina. Nadine. Russa. Vuole essere la figlia che non hai mai voluto? Persino Dhaanna, la tua figlia di Sangue, non possiede presso di te il credito che Irina vorrebbe. Sembra volerlo con tutta se stessa, Nadine. Sembra volere i Veleni. La guardi, scruti il suo volti con i tuoi occhi ametista che sono freddi ora come la pietra di cui hanno il colore. {Permetti allora, Nadine, ti vedere quanto animo c'è in te. Permettimi di scorgere il tuo coraggio.} Le dici, con risolutezza, alzandoti in piedi con la grazia che solo gli immortali possiedono, senza fare alcun rumore. [Agilità liv2 - Furtività liv1] {Perchè voglio capire se realmente il tuo è il capriccio di una bambina in cerca di attenzioni o la ferma volontà di una donna che ha trovato la sua strada e desidera percorrerla ad ogni costo, malgrado gli enormi sacrifici che questa comporta.} E' così risoluta come sembra, Nadine? {Me lo permetterai?} Eppure non aspetti la risposta perchè t'incammini verso quel baratro oscuro che conduce al laboratorio, chiudendo questa volta l'accesso all'Aspirante Venefica che è venuta a mendicare attenzione presso di te in una notte afosa con la Selene che è quasi piena di sè. Richiusa la porta concedi alla tua Immortalità di fare capolino e raggiungi la credenza dei Veleni con un battito di ciglia umano. [ Celerità I - Tenebra I - Veggenza I ]

IRINA ♕ Sala Comune ♕ Tutto comincia a prendere una forma definita, chiara, senza possibilità di lasciare niente al caso. La strada ormai è stata presa, si può solamente proseguire in avanti. Non voltarsi indietro. Mai. Ascolti le sue parole, fai un cenno dei capo. Comprendi. Oh eccome se comprendi le sue parole. **Non chiedo altro. Ti concedo il lusso di farti un giro dentro di me** C’è un retrogusto di antico in quelle parole, di un invito dolce ma screziato di un’oscurità palpabile, viva. Pesante. Il petto continua ad alzarsi ed ad abbassarsi con estrema regolarità. Così come quel cuore, continua il suo incessante battere senza sobbalzi. **Il sacrificio, si è impossessato di me con così tanta forza che è impossibile sradicare dal mio cervello tale concetto. Ma sarai tu stessa vederlo, Melisande** Il tono di voce è lievemente graffiata da quella nota agrodolce che è l’amarezza del tempo che fu. Quel tempo, che ormai è accatastano con fare sconclusionato in qualche recesso buio della mente. Ed è lì che deve restare. Nei secoli dei secoli. Non c’è calore, non c’è emozione benevola, solo una placida constatazione di fatti. Poiché negare la verità della tua persona è impossibile. Tu esisti in questo modo, ti barcameni nell’esistenza come un animale inquieto. Continuando a subire soprusi, persino in questa stessa Cittadella, continuano a credere che prevaricarti, sia la scelta più sensata. Quanto si sbagliano, a cercare di vedere in te un agnello sacrificale. Ma ci sarà tempo, per sanare queste ferite sanguinanti. Ci sarà il tempo, per tirare le somme. Basta avere pazienza e i Veleni, sono e saranno il rifugio più crudele e dolce dove rifugiarsi. Dove consacrare la propria esistenza. Aspetterai dunque, il ritorno della Signora dei Veleni. Aspetterai che torni da te.

MELISANDE [ Laboratorio - Sala Comune, Est. ] Ti muovi con sicurezza nell'oscurità del Laboratorio. Ti muovi vicino alle credenza che contiene i Veleni, prendendoti il tuo tempo. Gli occhi ametista si muovono su quelle file di Creazioni senza tempo. Orgoglio nel vedere i Veleni. Orgoglio perchè non sei più in grado di provare amore come un tempo facevi. Per questo ora sei Gran Maestro, perchè sei stata in grado di amare i Veleni con tutta te stessa, difendendoli e traendo da essi la forza per andare avanti... anche quando tutto era perduto nella Casa dei Veleni c'eri tu e vegliavi su di loro con affetto e risolutezza. Dopo un tempo che potrebbe anche essere infinito recuperi due pozioni dalla credenza e due da una cesta che sta accanto al tuo personale tavolo di lavoro che, invero, non è affatto diverso da quello di Melanie o di Esthel. Nel Laborotario allieva e maestra condividono gli stessi strumenti, tutti sono uguali. Sorelle. Due pozioni nella mano sinistra e due nell'incavo del braccio sinistro: culli quei veleni come se fossero dei bambini, maneggiandoli con delicatezza e maestria. Chi potrebbe maneggiare meglio di te sacchetti e boccette? [Ambidestria liv1 - Usare i Veleni ] Attraversi, ora con lentezza, la distanza in salita dal laboratorio alla sala di ricreazione dove Nadine ti attende e sbuchi dalle ombre scure come la Notte. Lo sguardo ametista cerca subito Nadine, ma il rumore del suo cuore e del suo respiro non ti ha mai abbandonata, così come non ti ha abbandonata l'odore del suo sangue. Però non vai dall'umana, piuttosto ti avvicini ad uno dei grandi tavoli presenti nella stanza e sistemi con riguardo i veleni sulla calda superficie del legno. Dai le spalle a Nadine, eppure le parli. {Scegli.} Solo questo. Tra cosa? Quattro sono le pozioni. Un saccoccio di iuta a tappo. Una scatola di legno chiaro di forma quadrata, chiusa da un coperchio dello stesso materiale. Una piccola scatola cilindrica di terracotta, chiusa chiusa accuratamente con un coperchio sigillato grazie all’uso di resina. Una fialetta di vetro brunito, il cui tappo è stato smaltato di nero. [ Tenebra I - Veggenza I ]


IRINA ♕ Sala Comune ♕ Prendere consapevolezza di se stessi. Distruggere le infrastrutture. Elevarsi al di sopra del Volgo, per poi rintanarsi in un luogo buio. Vivere un’esistenza lontano dalla mediocrità di cui le persone sono impregnate. Ossessioni e Austerità, sono le tue componenti Irina. Esse ti definiscono. Nessuna può esistere senza l’altra, sono strette in un connubio silenzioso, un patto stipulato un po’ per necessità, un po’ per bisogno. Ed è di questi stessi bisogni da cui trai nutrimento profondo. Il tuo cervello è incapace di concepire sentimenti turbolenti come l’Amore, piuttosto è il Possesso quello che regna sovrano ed incontrastato. Come un bambino potrebbe desiderare un giocattolo; volerlo per sé. E basta. Un po’ come è per Shariziah. Non è forse così Irina? Le mani scheletriche sono ancora lì, intrecciate sopite su quel ventre vuoto e piatto. Un ventre che oramai si è trasformato in una distesa inospitale. Sterile da alcun tipo di affetto. La testa ora, è sgombra da tutto. Rinchiude per un lasso di tempo vagamente indefinito tutto ciò che normalmente fa compagnia alla sua macabra solitudine. Ed eccola che ritorna, e tu Irina segui i suoi movimenti con lo sguardo. Non si dirige verso di te, piuttosto va verso il tavolo. Naturalmente, come il criterio esige ti alzerai per raggiungere la postazione. Gli zaffiri, scrutano i vari elementi che Melisande ha posto sul tavolo. E’ evidente abbastanza chiaro ciò che devi fare. L’indice ossuto, andrà a fermarsi sulla fiala che presenta il tappo smaltato di nero. Solo successivamente il suo cranio si volterà in direzione della Signora dei Veleni. Non una parola. Com’è che si dice? Ah, la vita è fatta di scelte. Nessuno può sottrarsi a questo.

MELISANDE [ Sala Comune, Est. ] Osservi il dito di Nadine mentre punta la fiala di vetro scuro il cui tappo è smaltato di nero. Ti limiti ad annuire, forse un po' delusa da quella sua scelta. Ha scelto il veleno che ritieni meno incline ad assecondare l'animo oscuro dell'umana. Ma se l'hai scelto... un motivo ci sarà, no? Ti volti verso l'umana. {Amiamo suddividere i veleni in quattro categorie, in modo da semplificare la classificazione delle pozioni.} Cominci a spiegare come una Maestra alla propria Alunna. {Alcuni sono detti ''Veleni Offensivi'' e puoi ben immaginare i loro effetti: sono... oscuri, il più delle volte. Sono creati con il preciso scopo di far del male. E ci sono gli Antidoti, ma solo per alcuni di questi Veleni offensivi.} Ti prendi una pausa {E poi ci sono i ''Veleni Difensivi'' che vedono nella loro esistenza la possibilità di aprire una via di fuga per chi il veleno lo usa. A patto, ovviamente, che il veleno venga usato bene.} C'è sempre questa clausula. {E poi ci sono i ''Veleni Benefici'', Nadine.} Le dici. {Usa quel veleno, Nadine.} Le ordini, osservandola con i grandi occhi ametista. [ Tenebra I - Veggenza I ]

IRINA ♕ Sala Comune ♕ Annuisci Irina, senza interrompere l’eterna mentre veste i panni di Mentore. Un cenno di tanto in tanto con il cranio, mentre incanali le informazione che la Signora dei Veleni ti sta offrendo. I palmi delle mani, andranno serenamente ad adagiarsi sulla superficie del tavolo. Non la guardi Irina, piuttosto ti soffermi sulla fialetta che hai scelto. Si umetta le labbra, quando l’eterna le comanda di usare il veleno. Poi le iridi si spostano su quelli di Melisande. Sono freddi gli occhi della Russa. Il cranio poi torna a scontrarsi con la fiala. Le dita, istintivamente ma con una calma autentica, andranno ad aprirla. Un sospiro, non per prendere coraggio, piuttosto l’eccitazione verso l’ignoto. Sei pazza Irina. Completamente. Oltre che incosciente. Si porta la fiala alle labbra e con un colpo butterà giù, dritto in gola, senza ripensamenti. Socchiudendo per un attimo le palpebre, per poi riaprirle indirizzate verso il soffitto. Riporterà la testa nella sua posizione originaria per poi, voltarsi rapidamente verso la Signora dei Veleni. Nell’attesa che il Veleno, si rilevi facendo effetto. Queste soffocanti attese.

[ ATTENDERE RESPONSO ]
Emozioni, queste sconosciute. Ti colgono quando meno te l'aspetti. Il cuore comincia a battere, veloce come non mai. E lo stomaco si riempie di farfalle e le loro ali frullano veloci. Emozioni. L'adrenalina comincia a pompare, circola dell'organismo e attiva tutti i sensi. Non è paura, no... E' emozione! Voglia di svelare un mistero, voglia di mettersi alla prova. Nel dilemma tipicamente umano del "combatti o fuggi", la nostra protagonista decide di rimanere e di aprire ai Veleni la propria esistenza. E la Signora dei Veleni riesce a percepire l'eccitazione che pervade l'umana: il suo cuore accelera, il suo Sangue diviene delizioso. Fortunatamente Melisande sa dominare i suoi istinti o per l'umana sarebbe l'inizio della fine: la Vedova Nera dei Moth non teme i Veleni. [Volontà liv.3] Nadine prende il veleno e stappa quella fiala delicata separando la lacca nera dal resto del vestro scuro. Avvicina la fiala di vetro alle labbra e giù, con un solo sorso, assume il Veleno. Alla goccia, senza possibilità di ripensamento. Il Veleno che ingurgita è Nero come la pece, nero come l'Oblio. Nero. Solo Nero. Le brucia la bocca, le brucia la gola e anche lo stomaco. Non ha sapore, non del tutto: si sente solo il sapore di alcool, non puro ma... quasi. E Brucia! Non è doloroso, forse per alcuni sarebbe fastidioso. Ma una donna del Nord sarà sicuramente abituata a quel lieve bruciore. Si guardano... umana e immortale. [ Tempo D'azione 0/2 ]
[ GDR PLAY - VAI NADINE ]
IRINA ♕ Sala Comune ♕ E’ solo questioni di attimi. Sensazioni cominciano a rimbombare nell’anima e nel corpo. La bocca inizia a bruciare così come la gola, dove il liquido è passato giù e poi sempre più giù fino allo stomaco. Quel liquido nero. Nero come il vestito che indossi. E poi, c’è quel sapore di alcool, che non ti genera un fastidio insopportabile. Voi, gente del Nord siete abituati ad esso. Oh eccome se lo siete! Emozioni che danno un calcio alla distesa desolata che è il corpo e il tuo cuore Irina. Ne vieni investita interamente. Il cuore, questo estraneo, comincia a battere in maniera forsennata. Adrelina che può essere alla pari solo da chi sa di essere preda e fuggire. Eccitante. Brutale. Gli occhi tornano a scontrarsi con quelli dell’eterna, il corpo ora brucia, si. Ma è sicuramente qualcosa piuttosto che la fredda apatia che alberga normalmente nella Russa. Rigore, austerità e compostezza. Si lecca le labbra, per saggiare quel poco forse che ne è rimasto. E poi la bocca si storce in un ghigno. **Melisande..** Ed è un sussurro adesso. Un sussurro rivolto alla Signora dei Veleni.

[ ATTENDERE RESPONSO ]
La Signora dei Veleni si ciba delle manifestazioni fisiche delle tue emozioni, umana. Grazie a queste riesce a provare, ella stessa, delle sensazioni diverse dalla solita apatia. Si eccita la Bestia che ha preso il posto della sua Anima. Si risveglia la Vedova Nera dei Moth dal sonno in cui Melisande la fa spesso precipitare. Impossibile però quietare della belva quando un profumo così invitante la investe. Eppure non crolla, non ancora. [Volontà liv.3] E niente, Nadine. Non succede proprio niente. {Cosa ti aspetti, Aspirante?} Le domandi. Già, Nadine... Cosa ti aspetti mentre il sapore alcolico lentamente fugge lontano domandoti in cambio solo un retrogusto amaro che è il ricordo di quello che è stato? [ Tempo D'azione 1/2 ]
[GDR PLAY - Vai Nadine ]

IRINA ♕ Sala Comune ♕ Arde Irina. Eccome se arde. Il sapore dell’alcool comincia ad allontanarsi lasciando spazio invece ad un retrogusto amaro. Storce vagamente la bocca la Russa ma niente di più. **Più sono alte le aspettative, più devastante è la caduta** Enfasi in quelle parole. Ci credi Irina, con ogni brandello del tuo corpo. Questo sarà facile per la Signora dei Veleni intuirlo. **Trovo che l’effetto sorpresa in alcuni contesti dia maggiore spicco alle cose. Non sempre naturalmente** Scandisce ogni parola con cura, il tono di voce è basso ma sufficiente per la far sì che l’altra l’ascolti. Ignorandone la natura. **Non mi resta dunque che scoprirlo.** un ghigno sempre rivolto in sua direzione. Irina si è animata. Ah finalmente un barlume vero ! Quegli occhi che brillano come non mai. **Ma so che è questo il mio posto Melisande. Qualsiasi sia il prezzo da pagare.** Non sai Irina, quanto stai stuzzicando invece, la Vedova dei Moth, quanto tu la stia provocando, con tutta questa frenesia ed eccitazione. Non lo puoi lontanamente immaginare. Quale bellezza oscura, è ancor più insita nella Signora dei Veleni, quale condanna. E tu del resto, hai eseguito la tua sentenza già da molto tempo. Non è vero Irina? Occhi negli occhi. Senza più possibilità di appello. Mai voltarsi indietro.

[ ATTENDERE RESPONSO ]
{Più sono alte le aspettative, più devastante è la caduta} ripete la Signora dei Veleni dopo di te, facendo eco alla sua voce. Un probabile segno di apprezzamento, ma con Melisande dei Veleni non si sa mai. {Perchè pensi di essere degna, Nadine, di abitare in questa casa? Sai quante persone abbiamo rifiutato? Sai in quanti hanno striciato per poi andar via? Cos'hai tu che loro non hanno?} Le domandi: il tono di voce freddo quasi sprezzante dell'immortale. Mentre ancora nessuna manifestazione fisica si presente. Avrà bevuto davvero un Veleno o questo è solo uno scherzo che la Signora dei Veleni ha voluto farti per metterti alla prova? Non ti viene il dubbio, Nadine? Ha passato molto tempo in laboratorio... [ Tempo D'azione 2/2 - Effetti 0/4 ]

[GDR PLAY - VAI NADINE ]

IRINA ♕ Sala Comune ♕ Un cenno di assenso. Chiudi le palpebre Irina. Ascolta ciò che Melisande ha da dire. Ti umetti le labbra, lentamente. Senza fretta. Guarda con gli zaffiri l’eterna, uno sguardo diretto, impudente, senza vergogna. **Strisciare non è nella mia natura. A me non importa quante persone sono state mandate via da questa Casa con la coda tra le gambe. Io non sono loro, ma questo lo capirete solamente con il tempo. Essere Degni, come Voi dite è qualcosa che viene alla luce con il tempo, così come il Rispetto. Non credete Melisande?** C’è durezza nelle parole di Irina. La durezza di una donna del Nord. Guarderà serenamente l’eterna adesso. Mentre nessuna sensazione continua a manifestarsi nella Russa. Che sia normale? O finzione? Che l’abbia messa alla prova? Probabilmente. E Irina sarà dunque stata all’altezza? L’ardua sentenza verrà lasciata solamente a chi dei Veleni è la Signora. Non spetta a lei stabilire questo. **Avrete le vostre risposte. Ma credo di avervi già dimostrato in parte chi sono.** Non dirà altro. Solo silenzio. Questo amico intimo e crudele. E nulla più.

[ ATTENDERE RESPONSO ]
La signora dei Veleni ti ascolta, Nadine. Ma non risponde. Ancora cala il Silenzio tra di voi. E' impegnata a fare altro, Melisande, mentre ti osserva con l'illusione che sono i tuoi occhi ametista. I sensi sviluppati, in particolare quelli amplificati dai Doni di Sangue, sono tesi ad ascoltare il profumo del sangue dell'umana. Lentamente il Sangue di Nadine muta. L'odore si fa più pungente. Oh.. Affascinante. Prima muta accanto al cuore e invade l'area più vicina all'organo della Vita. E più il cuore pompa più il veleno si diffonde, raggiungendo i distretti dell'organismo da esso più lontani. Ancora qualche istante e... e nuovamente la voce di Melisande riempie d'aria. {Guardati allo specchio, Aspirante.} Le ordini. Ancora una volta un ordine, con il tono di voce perentorio. Perchè Nadine deve dimostrarti che in ogni occasione sarà in grado di eseguire i tuoi ordini, anche quando saranno strambi, anche quando non avranno alcun senso. Come ora! Apparentemente la tua richiesta non ha alcun senso, Melisande dei Veleni. Se Nadine si sposterà verso lo specchio, Melisande la seguirà, sistemandosi dietro di lei in modo da osservare le vostre figure vicine attraverso la superficie riflettente. Umana e Vampira, insieme, potranno scorgere chiazze nere che si spandono lentamente dal naso. Sono piccole e diffuse. Chiazze nere come il colore del tappo di quella pozione. E se ella passerà la mano sul suo viso per cercare di togliere quelle macchie d'inchiostro beh... queste non si sposteranno affatto. [ Effetti 1/4 ]
[GDR PLAY - Vai Nadine/Irina ]

IRINA ♕ Sala Comune ♕ Restare immobili, così. Sospesi in uno splendido scenario vagamente onirico. Non puoi sottrarti a questo, in alcun modo. Non c’è ragione poi, del perché tu debba farlo. Melisande non parla, non un suono esce per il momento dalla sua bocca. Fin quando, nuove favella imperative ti verranno rivolte. E così, Russa, socchiudendo per una manciata di secondi le palpebre, le riapri lentamente, come se improvvisamente fossero divenute troppo pesanti. Sei pronta per eseguire. Guardarsi all specchio. Così farà, non solleverà quesiti, esattamente come è accaduto per il Veleno che ha inghiottito, anche questa operazione verrà eseguita senza obiezioni. I passi si muoveranno in direzione dello specchio, Melisande la seguirà portandosi alle sue spalle. Una volta che gli zaffiri si scontreranno con la sua figura riflessa nello specchio, Irina resterà per un attimo immobile. Le braccia distese lungo il corpo, abbandonate. Con il consueto cipiglio severo, apprenderà ciò che vi è da apprendere. Senza venir colta dal panico. [sangue freddo+1] Perché mai poi? Le gemme scrutano quelle chiazze nere. Nere, come il tappo della fiala che ha scelto. Tutto comincia ad avere senso. La mano destra, si solleverà verso il viso, l’indice carezzeà debolmente una macchia, poi consulterà lo stesso per apprendere che no, non è affatto sporca. **Affascinante..** un sussurro, fievolissimo. Poi gli occhi si sposteranno su Melisande. Perchè ora sai Irina, che lei ti parlerà. **Questa è la causa del Veleno che ho bevuto non è così?** Inquisisci, senza risultare avventata. Calma e raziocinio, devono andare a braccetto. Sempre, giovane vipera.

[ ATTENDERE RESPONSO ]
Gli occhi ametista della Signora dei Veleni osservano, attraverso lo specchio, l'immagine di Nadine. L'umana, pur essendo di origine nordica come la Signora dei Veleni, non ha ricevuto il dono dell'altezza (entrambe hanno, comunque, compensato in bellezza la loro carenza) pertanto la vampira, sicura di quei 3 centimetri in più rispetto all'umana, riesce a scorgere abbastanza bene l'immagine di Nadine, spostandosi leggermente più a sinistra. Irina alza la mano, sfiora quella macchia che a vista d'occhio si estende a tutto il viso. La giovane potrà scorgere anche sulla mano una macchia simile, in estensione. Si estendono con una rapidità impressionante quelle goccioline scure fino a colorare ogni centimetro della pelle di Irina: potrebbe spogliarsi, se solo volesse, e scorgerebbe il medesimo colore nero su tutto il suo corpo. E' diventata un pozzo scuro che attira e inghiotte tutti i raggi di luce che la colpiscono. Lei che ha i capelli biondo grano e gli occhi color zaffiro, le uniche sfumature di colore sul suo corpo. Anche Melisande allunga sul viso dell'umana la sua mano sinistra tiepida e sfiora la guancia sinistra con un tocco delicato da parte di indice e pollice, un buffetto quasi. Poi le dita incriminate si avvicinano tra loro, abbandonando la pelle della russa. Annuisci alla sua domanda. {Come hai visto un Veleno non agisce mai come un trucco, anche se l'effetto potrebbe sembrare simile a quello di un ornamento. Agisce dall'interno dell'organismo, Nadine.} Le spieghi. Ancora una spiegazione Ancora una. {Questo è un veleno che è stato classificato come benefico. Secondo te cosa vuol dire?} Le domandi. Il tono meno grave, meno apatico. [ Effetti 2/4 ]
[GDR PLAY - Vai Nadine/Irina ]

IRINA ♕ Sala Comune ♕ Gli occhi rimangono fissi sulle macchie del corpo. Continuando a contemplare la propria immagine nello specchio, in particolare modo a ciò che sta avvenendo all’epidermide. C’è una curiosità infantile che comincia a prendere corpo in lei. Quel genere di curiosità che si può provare di fronte a qualcosa che davvero, sembra essere parte di noi. Abbandona per un attimo se stessa, per tornare sulla Signora dei Veleni. Quando tornerà su se stessa, si accorgerà la Russa con quale velocità quelle macchie cominciano ad espandersi, gli zaffiri scrutano le mani e non le ci vuole molto a capire che tutto questo sta avvenendo anche sul resto del proprio corpo. Alzerà un poco la veste austera che indossa, andando a scrutare le gambe. Come immaginava dunque. Tornerà con l’attenzione rivolta a Melisande quando il tocco delle sue dita tiepide si andranno a scontrare con le gote di Irina. Per un momento la Russa sembra avere un sussulto. Tornerà in sé quando l’eterna prenderà parola, andando a rispondere al quesito della Russa. Annuisci con il capo Irina, in sua direzione, le falangi ormai completamente ricoperte, si andranno ad intrecciare. Vive con una sorprendente calma, lo stato in cui si trova attualmente il suo epidermide. Maledetta compostezza russa. **Se è stato classificato come benefico, immagino che io non abbia ragione di preoccuparmi eccessivamente, certo agisce all’interno dell’organismo ma credo che la domanda che mi sorge spontanea e che forse mi preoccupa più di ciò che vedo, sono i suoi effetti collaterali, qualora ve ne siano** Questo è quanto proferirà in direzione della Maestra. Il tono di voce secco ma senza ombra di dubbio più affabile, Vipera.

[ ATTENDERE RESPONSO ]
Il colore nero si è impossessato del corpo di Irina, ormai. E' lì, ben presente, e non accenna ad andar via. Non ancora, almeno. La candida mano della Signora dei Veleni ricade sul suo fianco sinistro, come inerte mentre il suo capo annuisce in conseguenza delle parole dell'Apprendista dei Veleni. Il cuore di Nadine ha perso un battito al tuo tocco, i suoi muscoli si sono tesi. Tutto a causa delle sensazioni contrastanti che gli immortali suscitano negli umani e di cui abbiamo già parlato precedentemente. Il tutto non muta con il tempo, affatto. Probabilmente l'inquietidine e il fascino che gli immortali emanano non fa che aumentare con il trascorrere dei secoli. La voce melodiosa dell'Immortale si spande in quella che è la Sala Comune della Dimora dei Veleni. {I Veleni Benefici sono ideati con il preciso scopo di avvantaggiare coloro che li usano. Almeno in linea teorica. Ad esempio esistono dei veleni in grado di ripristinare la forza di un uomo, veleni in grado di potenziare la vista, il tatto e l'olfatto. E, come questi, veleni che servono a occultare qualcosa. Solo in parte possono sfociare nell'ambito.. medico, ma non è nostra competenza comunque.} Le spieghi. Alla Signora dei Veleni piace parlare dei Veleni, o così sembra. Mentre entrambe vi osservate attraverso lo specchio il silenzio piomba di nuovo nella Sala Comune, un silenzio interrotto apparentemente solo dai vostri respiri. [ Effetti 3/4 ]
[GDR PLAY - Vai Nadine/Irina ]

IRINA ♕ Sala Comune ♕ Ritta e immobile se ne sta la giovane Irina. Immobile come una sfinge oscura. Immobile come sono ora quegli occhi che cercano quelli ametista dell’eterna. Una figlia, che cerca l’approvazione della Madre. In silenzio, senza far rumore. Come potrà mai vedere in te taciturna Irina, maledettamente incastrata nelle tue ossessioni, nel tuo ligio rigore, qualcosa che non sia la maschera di apatia e imperturbabilità che alberga sul tuo volto? Mi hai portato in questa casa, Maestra. Mi hai dato da mangiare, Madre. E ora son qui davanti a percorrere la tua stessa strada. A consacrare la mia esistenza ai Veleni. Il nero, sul suo corpo ormai si è completamente espanso e non da segni di andarsene via. La Signora dei Veleni, si protrae ancora in precise spiegazioni e tu Irina, lasci la mente ben vigile. Annuisce ancora con il capo, questa volta con più rigore. **Molto bene dunque. Almeno ora conosco ciò che ho scelto di inghiottire senza tanti preamboli** un commento il tuo. Mentre il cervello si occupa di immagazzinare quanto ti è stato riferito. Gli zaffiri, continuano a scrutare il riflesso dell’immortale attraverso lo specchio. Irina resta fissa su di lei. Non un fiato, permettendo a quel silenzio di divenire una presenza corposa, autentica. Mi vedi Signora dei Veleni? Non importa quanto provi a respingere la Russa. Ognuno si sceglie a chi e a che cosa essere devoti. Nei secoli dei secoli.

[ ATTENDERE RESPONSO ]
Non pensare ai secoli, Irina. La Vedova Nera dei Moth potrebbe sentirti. {Vedi...} Comincia a parlare di nuovo, Melisande {Avevo scelto per te altri 3 veleni. Li ritenevo più adatti al tuo temperamento.} Ma cosa sa, Melisande, del temperamento dell'umana se non è neppure in grado di vedere il proprio? {Eppure le tue mani si sono posate su questo.} Sul viso di Irina le macchie comincino a sbiadire, lentamente. La pelle torna ad essere a chiazze. {Forse per via del colore del tappo, non è così? Il tuo animo è Oscuro, bambolina russa.} Dice la Signora dei Veleni, con un mezzo sorriso. {Ed è buffo che tu proprio, con l'Oscurità che ti porti dentro, abbia posato lo sguardo su un Veleno Benefico.} Buffo, si. E mentre la pelle di Irina torna candida come la soffice neveinvernale, le ultime parole della Signora dei Veleni invadono lo spazio accanto a loro {In ogni caso anche nei Veleni Benefici ci sono effetti collaterali. Un po' di oscurità nella luce, non manca mai.} [ Effetti 4/4 - Effetti Collaterali 0/1 ]
[GDR PLAY - Vai Nadine/Irina ]

IRINA ♕ Sala Comune ♕ Immobilità sacrale. Immobilità dell’anima. Solo il petto si alza e si abbassa. Ma anche quel gesto è eseguito in maniera svogliata. Esiste, solo poiché è la prova che ella esiste. Che si barcamena in questo mondo, in questa vita. Guardi le ametiste di Melisande Irina e nei tuoi ci riversi tutto il senso di Devozione che c’è in quella donna. Non importa l’inquietudine che ella suscita, tu ti ci crogioli con essa. **Ho scelto è vero. Ma io sono stanca di celarmi, di nascondermi, quella donna non esiste più. L’ho uccisa, quando le mi mani si sporcarono di sangue. E se c’è ancora un brandello di lei, farò in modo di sbarazzarmi anche di quella. Non hai sbagliato Melisande** un commento freddo, che sferza le tenebre. Che viene vomitato dalla parte più torbida della Russa. **C’era la luce è vero ma nella mia vita ho visto l’abisso e ho scelto consapevolmente di non risalire. Non importa che la vita sia stata crudele o meno. Io ho scelto di essere predatore piuttosto che preda. Mi son trasformata in assassina per non dover più soccombere** c’è un retrogusto di follia forse? Niente affatto. Irina è risoluta fino al midollo. **Cercare della luce, in me. E’ compiere una missione suicida. Io accetto la mia natura, che sia così anche per il resto del mondo** E con queste parole, terminerà il piccolo scorcio sulla propria anima, lo richiuderà rapidamente a tripla mandata. **Effetti Collaterali.** Enuncia. Non le resta che scoprirli.

[ ATTENDERE RESPONSO ]
Prurito. Si diffonde velocemente in ogni parte del corpo: viso, schiena, piedi, gambe, ventre. E mani! Persino le mani sono affette da questo Effetto Collaterale. Come farai, Nadine? Perchè Melisande ti osserva dall'alto di quei 3 centimetri. Ti osserva e basta, non ti aiuterà. [ Effetti Collaterali 1/1 ]
[ GDR PLAY - Vai Nadine/Irina ]

IRINA♕ Sala Comune ♕ Ed eccoli che arriva questi maledetti effetti collaterali, che si manifesta sotto forma di prurito. Ovunque ! Oh povera Irina. Istintivamente, le mani andranno a grattare le braccia, successivamente andrò a strofinare il dorso delle mani contro la veste, le gambe andranno a sfregarsi tra di loro. Di certo, non sei ai massimi della tua persona in questo momento Irina e questo non fa che generare una sorta di frustrazione. **C’è sempre un prezzo da pagare.** Quello sarà il suo commento in direzione di Melisande che no, naturalmente non farà nulla per aiutarti. Non smetterà la Russa, di provare quanto più possibile a darsi un sollievo. Ma il prurito è esteso in tutto il corpo, quindi quel che farà sarà passare solo da un punto all’altro. Il nero sulla sua pelle è scomparso e per un attimo sembra quasi rimpiangerlo, pur di non subire tale strazio.

Azioni accettate. [GDR PLAY - Ordine: Melisande - Nadine/Irina ]

MELISANDE [ Sala Comune, Est. ] La scena sarebbe davvero molto divertente. Ah se tu potessi ancora ridere, Melisande dei Veleni. E invece no, non puoi. Il prurito di Irina scema con il passare dei secondi e la sua pelle, di nuovo candida ma arrossata per via dello strofinamento, attira lo sguardo della Signora dei Veleni attraverso lo specchio. Il Sangue di Nadine, in cui sono presenti ancora le tracce del Veleno che ha ingerito, diventa un canto troppo assordante perchè si possa ignorarlo. E quando la Vedova Nera prende il posto di Melisande, beh... conosciamo già questa parte della storia. {Guardami, Nadine.} La tua voce è un sussurro che potrebbe essere quasi erotico mentre le tue braccia si protendono per circondare il corpo dell'umana. Un abbraccio che intrappola le braccia dell'umana, strette, così che non sia possibile ad Irina divincolarsi. Dolce? No, assolutamente. E' un abbraccio forte, una morsa quasi... mortale che probabilmente farà quasi mancare l'aria alla povera umana. [Vigore (Passivo) I] {Guardami, Nadine.} Di nuovo. Di nuovo un ordine. Guardala Nadine. Guarda il colore degli occhi che muta da ametista a rubino, rosso sangue. Perchè la Volontà della Vedova Nera serve solo a mostrarti quelle iridi cremisi in un corpo perfetto e i canini che, come per magia, si allungano fino a diventare armi. {Volontà liv3} {Guardami, Nadine.} Guardala, umana, mentre i canini penetrano nella pelle fragile e sottile del collo, a metà tra la linea dell'orecchio e quella delle spalle. Non lo fa con delicatezza, assolutamente. Perchè la Vedova Nera pretende quel Sangue Contaminato. E via! Il Paradiso nell'Inferno, la sete che si placa quando le prime gocce del sangue dell'umana ti raggiungono la gola. [ Tenebra I - Veggenza I ] [ I turno suzione ]


IRINA ♕ Sala Comune ♕ Il prurito comincia ad andare via!.Scema e se ne va un poco alla volta. E poi tutto cambia improvvisamente. Quell’ordine arriva chiaro e diretto alle orecchie di Irina. Lei ti circonda il corpo, è una stretta vigorosa. Ma la Russa non cerca in alcun modo di divincolarsi. **Non ho mai smesso, di guardarti** un commento che squarcia i confini dell’apatia. Potente, poiché è una confessione segreta la sua. Ancora una volta. E la vede. Quegli occhi ametista che divengono rubini, quei canini che si manifestano all’improvviso. Resti immobile tra le sue braccia. Quei canini penetrano la tua pelle d’alabastro Irina e tu, non fai che assecondare quel movimento. Non c’è delicatezza in quel gesto, nessuna. E’ brutale, senza ombra di dubbio, come l’atto stesso di violare quella pelle. Non avevi detto Irina, che mai più nessuno ti avrebbe violata? Ma a Melisande le perdonerai anche questo. E’ una musica che sai perfettamente danzare. Segui il ritmo. E’ lei il predatore, e tu non puoi fare a meno di indossare ancora una volta con lei i panni della preda. Un circolo infinito, chiudi gli occhi, come se improvvisamente la visione stesse per un attimo stuzzicando quella parte brutale e selvaggia che in natura differente vive anche dentro di te. Ma è solo un attimo, ed il resto tornerà ad essere totale ed inebriante abbandono. A lei, che hai consacrato a Madre e tu figlia indesiderata.

MELISANDE [ Sala Comune, Est. ] Ed è sempre la solita danza, quella che Nadine ha già provato ma che per tuo stesso volere, Vedova Nera, non ricorda. Mentre Melisande si porta via il tuo sangue, umana, ti dona in cambio meravigliose sensazioni che nessun altro uomo e nessun'altra donna potranno mai farti apprezzare. E cosa riceve in cambio l'Oscura? Sangue! Ciò che ad entrambe serve per vivere ma che placa i bisogni della Bestia. Solo per pochi minuti, sia chiaro. Eppure lentamente stai imparando a dominare quella bestia. Ma come si fa quando un'umana dal sangue delizioso e corrotto dai Veleni ti si presenta davanti? E si fida di te? Come? Ti sentirai sempre più debole e la realtà comincerà a divenire sempre più confusa anche se continuerai a percepire, con una certa intensità, l'intimo piacere che la Signora dei Veleni ti sta donando. Ma non cadrai, umana: ci pensa Melisande a sorreggerti. [Vigore (passivo) I] La Vedova Nera non chiude gli occhi, affatto. Quelle iridi cremisi si muovono per osservare il vostro abbraccio allo specchio: la morsa in cue siete strette, le sue braccia che ti circondano per tenerti ferma e non farti scappare, per proteggerti da una rovinosa caduta. Un abbraccio che può essere fatale, Nadine. Te ne rendi conto? Lo comprendi mentre i pensieri divengono confusi. [ II Turno Suzione ] [Tenebre I - Veggenza I]

IRINA ♕ Sala Comune ♕ Se solo ricordassi, che già una volta la Signora dei Veleni ti tenne strette, si prese ciò che c’era da prendersi e che questa non è altro che un film già noto. Irina socchiude gli occhi adesso trae quel lasso di piacere, quelle sensazioni uniche quanto brutali dettate dall’atto stesso. Mentre la realtà intorno inizia a divenire confusa. E loro sono lì, davanti a quello specchio che riflette la stretta in cui Melisande tiene te, Russa. Ti tiene avvinghiata in quella stretta, mentre ancora una volta continua a prendersi qualcosa di te. E’ così che funziona. Lei placa i bisogni della prova bestia, mentre della tua non ti riesce mai di farlo. Sprofondi nell’oltretomba a caduta libera, giù sempre più giù. E tu sei inerme, impotente di fronte a tutto questo. Non si divincola Irina, poiché ella non è attaccata alla Vita con fare spasmodico, da essa trae ciò che vi è da trarre. Il resto è solo un deambulare con un paio di gambe stanche ed un cuore rinsecchito. E’ un perdersi, senza voler trovare la strada del ritorno. **Madre..** sarà un sussurro, vagamente strozzato, quello che uscirà dalla gola dell’Ancella dei Veleni. Sinistramente evocativo. Alle emozioni Irina vi ha messo un cappio al collo e poi ha tolto la pedana al di sotto. Un’impiccagione dei sentimenti, una sentenza di morte contro le emozioni. Da prendersi, ormai non è rimasto più molto in effetti.

MELISANDE [ Sala Comune, Est. ] Madre? Ah! Cosa sentono le tue orecchie signora dei Veleni?! Un sorso, due, tre. Ciò che rubi all'uomo dalla vena finisce, attraverso i canini, che sono il mezzo, nella tua gola. E' come quando un umano vuole dissetarsi d'acqua e solo di acqua: la Sete che lentamente, sorso dopo sorso, si placa. Il disagio svanisce, la serenità quieta l'anima. Il Sangue, beh...il Sangue di Nadine non è certo acqua, no. E' denso, caldo, viscoso. E' rosso. Ma scivola nella tua gola. E Placa la Sete, placa la Bestia. Finalmente la bestia si quieta. Tace la sua voce nella tua testa, la Voglia svanisce. Goditi questi istanti Nadine, perchè saranno forse gli ultimi. Ma rallegrati, anche, perchè il tuo Sangue sta facendo del bene: sta saziando una Bestia insaziabile .Ti rallegri, Nadine? Il tuo corpo si eccita, dovrebbe farlo almeno: il tuo cuore aumenta i battiti e più tu ti ecciti, più la Vedova Nera dei Moth ti priva della linfa della Vita. Sempre di più, sempre di più... finchè, infine, il tuo corpo comincia a stancarsi. Macchioline nere dovrebbero cominciare ad offuscarti la vista, un leggero fischio ovatterà il suono della suzione e i tuoi ansiti. La fine è vicina? E questa volta Nadine sarà diverso: quando ti sveglierai dall'oblio in cui stai per sprofondare sarai ancora più stanca della volta precedente, sarai una bambolina inerme. Viola anche la tua mente, la Vedova Nera dei Moth. Entra dentro la tua testa, cerca un filo... uno solo! Cerca il filo della memoria per rubarti gli attimi di piacere che entrambe vi state reciprocamente donando. Prega. Implora. Implora di ricordare, umana. Perchè Melisande ti toglierà tutto! Tutto! Implora, Nadine! [Dominio II - 1/2] [III Turno Suzione] [Tenebra I - Veggenza I]

IRINA ♕ Sala Comune ♕ Privazioni fisiche e mentali. Solo questo. Nulla di più nulla di meno. La stanchezza comincia ad avere la meglio. Ricordare? Come vorrebbe Irina che fosse così. Ma supplicare non fa parte della sua natura. Eppure, nel profondo, quanta speranza si fa spazio. Quanto desiderio giace sopito in quel cuore maledetto. Quel cuore che non accenna a risollevarsi in uno stato di beatitudine, giammai ! Prendi pure Melisande. Prendi il sangue che mi pulsa nelle vele, carpisci i battiti del mio cuore eccitato e al contempo stanco di ciò che il mondo ha scelto per questo mani scheletriche. Per questi occhi a tratti sconfitti. Violata, fino ai confini del mondo. Come si fa con un oggetto, come si fa con una bambola di pezza e una volta assolto il suo compito si getta via tra le cianfrusaglie. Continua, non ti fermare. Questa danza infernale non avrà mai fine, non è forse così? Quanti giorni, quante notti? Chiuse qui, in questa Dimora lontano da sguardi indiscreti. Lontano da tutto. Gli occhi ora si chiudono, forse perché sono stanchi di guardare. Le orecchie cominciano a venir possedute da un fastidioso rumore ovattato, che distorce la realtà circostante. Eccoli forse gli ultimi ansiti a questo mondo? Ti stai avventurando verso l’abisso della morte? Vicina al precipizio, Irina sceglierà sempre di saltare giù. Follia. Corruzione. Peccato. Veleni. E tu di questo, non ne sei altro che l’Ancella più devota. E tu Irina, mantieni sempre fede ai tuoi giuramenti.

MELISANDE [ Sala Comune, Est. ] Il cuore dell'umana è sempre più debole. Il suo respiro un ansito appena accennato. Stai prendendo troppo Vedova Nera, troppo! Ora smettila! Basta o di lei rimarrà solo il ricordo nei cuori di coloro che l'hanno incontrata. Gli ultimi sorsi ti servono per raggiungere la memoria di Nadine, ancorandoti a quel filo che precedentemente hai raccolto. Lo segui fino a che non diviene qualcosa di concreto nella tue mani immaginarie. E cominci a tessere il tuo, di filo. *Dopo che hai subito gli effetti collaterali del veleno hai detto a Melisande di essere molto stanca e lei ti ha accompagnata ai piani superiori, sorreggendoti ad ogni gradino. Del tragitto dalla sala comune alla camera da letto non ricordi poi molto: solo tanti gradini, tanta stanchezza e le braccia di Melisande. Della stanza, poi, ricorderai solo un letto che si staglia nel buio. Non ti rimarrà memoria di occhi rubino, canini affilati e abbracci. Non un ricordo del bacio che ti ho donato, Nadine.* [Sotterfugio liv3] [Dominio II 2/2] Ormai i tuoi occhi si sono chiusi, Nadine. Ormai la tua coscienza è perduta: ti è stato portato via troppo sangue. Ma Melisande, con la sua forza immortale, ti sostiene. I canini vengono estratti dal collo della bambolina russa e la lingua viene passata su quei due forellini d'ingresso che, quando lei si sveglierà, non esisteranno più. [IV Turno Suzione] Dormi Nadine. Dormi e recupera le forze mentre Melisande ti trascina fino ad una delle stanze dei piani di sopra. [Vigore (Passivo) I - Potenza I] [Tenebra I - Veggenza I ]

[ ATTENDERE RESPONSO ]

E quando i tuoi occhi che son simili a zaffiri si apriranno nuovamente per accogliere il mondo accanto a te, dopo una notte di sonno simile a quello eterno ma tempestato da incubi che non ricorderai, vedranno qualcosa d'inaspettato. Un soffitto nella penombra. Una stanza. Se ti guarderai intorno potrai notare un altro letto, due piccole scrivanie e due comodini. Rigirandoti su quel comodo pagliericcio vedrai una divisa Nera e Viola accuratamente ripiegata e sopra di essa una pergamena. Sopra la pergamena ci saranno due piccoli oggettini: una spilla a forma di agrimonia e una piccola spilletta viola. Leggi la pergamenta, umana. *Benvenuta nella Casa dei Veleni, Irina. M.* La grafia elegante come quella di una principessa. Da questo momento comincia da tua nuova Vita, Irina. Non sprecarla nel ricordo doloroso del passato, ma lascia che siano i Veleni a ripulirti l'anima e a dannarla per sempre.
[ GDR END ]
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