È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Bambola di porcellana.

Ultimo Aggiornamento: 26/07/2015 14:30
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 72
Sesso: Femminile
26/07/2015 14:30
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

..:: Riassunto ::..

La Vedova Nera dei Moth -o Melisande dei Veleni, chissà- è ferma in piazza, davanti alla fontana. Osserva attentamente una strana e piccola luce. Nadine attraversa i vicoli, come una bambina in cerca di qualcosa. Cerca, cerca e trova Melisande. Un saluto e una presentazione, qualche parola e poi Melisande si trascina quella bambina nella Casa dei Veleni.
E' proprio la Casa dei Veleni che vede la trasformazione della giovane e smarrita umana in una donna che sembra sapere esattamente ciò che vuole, tanto che alla fine provoca la vampira a tal punto da "costringerla" (si, certo!) a donarle un bacio. E dopo gli eventi si svolgono come da copione: la vampira si prende quanto più possibile da Nadine, le modifica i ricordi e infine lascia addormentata su una delle poltroncine nella casa dei Veleni. Scontato, quasi banale.



NADINE II Vicoli - Piazza II {Non fa rumore Nadine, cadenza ogni passo con estrema cura. Una semplice veste bianca, lunga sino ai piedi, di pregiato tessuto ma che non present alcun tipo di ricamo. Ai piedi, un paio di sandali, anch’essi senza alcuna pretesa. Il crine, candido come la neve, è parzialmente raccolto ai lati come due morbide trecce., mentre il resto scende giù, arrivando quasi sino alle caviglie. Due grandi occhi zaffiro, sono spalancati, a scrutare la strada, quei viottoli in cui si aggira senza una meta precisa al momento. Cullata da ricordi che si snodano e si susseguono violentemente nella sua mente e quei ricordi la stanno inghiottendo, la stanno dilaniando come un mostro che tortura la sua preda. Lei, di una bellezza così pura, così eterea ma che è stata intaccata dalla violenza del mondo. Dalla violenza degli uomini, quella crudele, che non lascia spazio a nulla e che dietro di sé lascia solo un grande vuoto. Continua a camminare, quella figura minuta, esile -forse un po’ troppo- causa probabilmente quel viaggio che l’ha sfinita per giungere qui. Per cosa poi? Quale prospettiva? Prosegue nel suo incedere, con metodicità assoluta. Come chi si appresta a seguire placidamente un corteo funebre. Si, perchè ogni volta che il suo piede si scontra con il suolo, con lentezza e grazia, non potrebbe ricordare altro che una sorta di parata funerea. I suoi occhi torneranno ad animarsi nel suo sopraggiungere in una piazza. Un misto tra confusione e violento ritorno alla realtà. Socchiude gli occhi. Torna alla realtà Nadine il tempo dei giochi è finito da tanto tempo. Adesso è il momento di scontrarsi con la vita. Perchè la verità in fin dei conti è che nessuno è disposto ad avere niente a che fare con una come te. Si umetta le labbra, restando lì, ferma, immobile. Come una sposa ma che non ha alcun marito da portare all'altare.

MELISANDE [ Fontana ] Una sfera luminosa e bianca, intangibile, galleggia nei pressi della Fontana. Tu la osservi. Semplicemente la osservi. Non suscita in te meraviglia alcuna perchè, creatura della Notte, hai smesso di provare meraviglia! Hai smesso di provare tutto, in realtà. O quasi. Non provi più né meraviglia né amore, non provi più sorpresa, non provi gioia. Senti solo una gran rabbia dentro di te, accompagnata dall'oscura Sete che non ti lascia mai. Sete di Sangue, per la precisione. Per questo, spesso, ti ammanti come un'umana, fingi di essere una di loro, ti confondi tra di loro... li cerchi, li stani, li rapisci, te li prendi. Non importa chi sono, non importa cosa fanno... Te li prendi e basta, per soffisfare i tuoi bisogni. E poi li abbandoni. Proprio come una Vedova Nera che uccide i suoi compagni dopo il rapporto. Non provi ad allungare la mano destra verso quel piccolo globo di luce che rischiara l'aria attorno alla fontana, no. Temi la magia che può ferire persino chi, come te, è immortale. E il timore di perdere la tua immortalità supera persino la curiosità che ti caratterizza anche nella morte. Ma dicci, Melisande! Perchè sei in piazza questa notte che in realtà sarebbe giorno? Perchè osservi la Fontana vestita con l'ampia veste di Congrega Nera e Viola che scende a coprire i calzari semplici. Vari monili ti rappresentano: il Medaglione del Drago che tieni nascosto in una tasca e la Spilla di Gran Maestro dei Veleni ti mostrano al mondo come Signora della Dimora dei Veleni, il ciondolo a forma di Piramide color ametista -lo stesso colore dei tuoi occhi- ancorato ad una lunga catena d'argento e che si mostra all'altezza del tuo stomaco ti rende una Maledetta. E infine la spilla del Governo costringe alcuni a chiamarti Duchessa. In realtà sei semplicemente una Vampira. Morta e poi rinata. T'avvedi della presenza di Nadine, sebbene tu la percepisca solo come un cuore che batte e un respiro caldo. Non ti giri, le dai le spalle. Sarebbe sospetto, altrimenti. Sollevi le mani per ravvivarti i lunghissimi boccoli neri che raggiungono le natiche e che lo faranno per l'eternità. [Tenebra I - Veggenza I]

NADINE II Fontana II Se esistesse un luogo dove potersi rifugiare, dove i pensieri non possono disturbare il sonno e tramutarsi in incubi, probabilmente Nadine ci si sarebbe già rintanata. Ma è pura utopia, questo lei lo sa bene. Qualche ulteriore secondo di agonia personale, in cui i suoi scheletri nell’armadio la strapazzano ancora per poi risputarla fuori, ammaccata e delusa. Quella malinconia che traspare dai suoi occhi, è causato dall’ultimo schiaffo che il mondo ha scelto di darle. In cui ha preso coscienza di quanto la crudeltà maschile non conosce limiti. Muove qualche passo verso la fontana, un livido ancora ben visibile sulla pelle porcellanata del braccio destro. Che ancora non sembra intenzionato ad abbandonarla, come un marchio. Gli zaffiri si muovono rapidi, mentre avvicina il proprio corpo verso la fontana. E sarà solo in quel momento in cui si soffermeranno su una figura femminile. Osserva i suoi capelli e resta con le iridi puntati su di loro per alcuni istanti. Sono sempre stati la cosa che suscitavano più interesse in lei. Scorre con lo sguardo su di lei, inclina la testa da un lato permettendo al suo crine di scivolare sul suo corpo come seta. Non apre bocca Nadine. Anche perchè l'ultima volta che l'ha fatto non ricorda nemmeno quando è stato. Si umetta le labbra carnose. Come una bambina potrebbe scrutare la propria mamma mentre si fa bella. Non ci sarebbe paragone più verosimile. Perchè l'avidità e la curiosità sono le medesime. E nonostante il corpo da donna, la delicatezza dei suoi lineamenti e quegli occhi che si spalancano potrebbe serenamente ricordare una bambina. Che poi abbia perso ogni sorta di purezza, che abbia macchiato le sue mani di sangue, quello naturalmente è tutta un'altra storia. Eppure qualcosa dentro di lei sente che scalpita. Un senso di pace e al contempo di eccitazione si scontrano furiosamente dentro di lei. Congiunge le dita sottili, quasi nodose davanti al suo grembo. E nulla più.

MELISANDE [ Fontana ] Mentre lo sguardo ametista di un volto pallido e apparentemente stanco fissa ancora quella sfera luminosa che, al pari di Selene, rischiara il Buio, i Sensi da Vampira scandagliano l'aere, soffermandosi sull'unico essere vivo comparso nei paraggi: Nadine. Lei non può saperlo ma riesci a percepire i battiti che il suo cuore manca di fare, riesci a percepire tutti i suoi sospiri e tutti i suoi movimenti. I doni del Sangue fanno parte di te, dopotutto. E servono proprio per cercare prede. E la tua preda, Signora dei Veleni, si avvicina. Percepisci i suoi passi leggeri sui ciottoli che pavimentano la piazza. Le mani abbandonano i capelli e si posano nuovamente sul bordo della fontana. I gesti, come sempre, sono lenti e misurati: nulla dovrebbe tradire la tua vera natura. Le spalle si alzano e si abbassano con un ritmo regolare, come se davvero tu stessi inspirando ed espirando. Le palpebre nascondono le iridi ametista per poi mostrarle nuovamente al mondo in un gesto che è tipicamente umano. Persino il tuo cuore sembra pompare il sangue, sembra irrorare il corpo di una Linfa vitale che in realtà è Veleno di morte. Umana fino a prova contraria. Sono passate diverse lune ormai da quando la tua natura è mutata e nulla, in te, è più mutato: piccole rughe d'espressione sono presenti ai lati degli occhi e delle labbra. Rendono il tuo viso più espressivo -se solo ci fosse qualcosa da esprimere- e rimarranno tali per l'eternità. Solo quando Nadine ti avrà osservata per diversi istanti, fingerai con un lieve tremito delle spalle, di avere la "sensazione di essere osservata" che spesso affligge gli umani. Ruoti il capo, sbatti le palpebre e dovresti poter osservare, da sopra le tue spalle, la figura esile di Nadine che ti guarda con zaffiri da cerbiatta, colmi di una curiosità che non sai riconoscere. Quasi vieni colta da un moto di sorpresa: quasi. I vampiri non provano sorpresa! Ma se non fosse per il colore degli occhi e per l'assenza di un segno rosso sullo zigomo, quell'umana minuta ti ricorderebbe il Quinto Maestro dei Veleni che si faceva chiamare Erwailaen. Sbatti le palpebre, comunque, per accertarti che ciò che vedi nell'umana corrisponde alla realtà: ebbene è ancora presente, con lunghissimi capelli chiari che le raggiungono le caviglie. Ad un secondo e più attento sguardo, non appare più come Erwailaen... sebbene la somiglianza sia notevole. {Venom.} Saluti quindi, volgendoti completamente verso di lei anche con il resto del busto. [Tenebra I - Veggenza I]

NADINE II Fontana II Un ticchettio nella sua testa. Un boato assordante che la fa sussultare. Per poi tramutarsi nuovamente in assoluto silenzio, che corrode ma che spesso è necessario. Per permettere ai sensi di avere la meglio. Nadine è sempre lì. Lei che si presenta apparentemente così innocente, un qualcosa che farebbe gola a chiunque, qualcosa di troppo prezioso per farla cadere nelle mani di chiunque. Un tesoro da custodire, una presenza che ristora ma che si tramuta anche in un male necessario. Ma di cui lei stessa non ne è consapevole? Percepisce che quella donna, Melisande, esercita un fascino strano su di lei. Ma che lei, giustamente, etichetta come un innato carisma. E quegli occhi di bimba, non potranno fare a meno che spalancarsi ancora di più in ammirazione. Ci si crogiola Nadine, con grande vigore. Perché si, lei sua mamma non l’ha mai conosciuta. L’ha uccisa, quando l’ha data alla luce. Cos’è quindi questa donna che nemmeno conosci? Forse è solo perché non è uomo? E nella sua mente, sono gli uomini a distruggere spesso e volentieri. Per lei questa è una verità sacrosanta. Come potresti immaginare chi hai davvero di fronte? Eppure Nadine, non di un passo. Continua ad osservare il suo volto, i suoi lineamenti, senza essere invadente, inclina il capo e per un attimo si potrebbe intravedere quasi un barlume di dolcezza in quel gesto. Nadine non la sta provocando. Non la sfida. Semplicemente, si sta rifugiando nei suoi occhi, per cercare protezione, quella che non ha mai avuto in tutta la sua vita. Ascolta la sua voce, le provoca un un sussulto alla bocca dello stomaco. Nadine la osserva, la sta adorando con il suo sguardo. Ma è quell'adorazione filiale, quella che solo una bambina può trovare per la propria madre. {Io..} la voce rotta, roca, spezzata come la sua anima, si manifesta di nuovo al mondo. {sono Nadine..} una voce flebile. Ma che come la sua figura, cela qualcosa di sacro, quanto di profano. E inaspettatamente alzerà una mano verso di lei, quella mano pallida e fragile come un giunco. Gli zaffiri fermi su di lei, quegli occhi stanchi, sfiniti, violentati. A guardale da lontano, non potrebbero sembrare più diverse. Come il giorno e la notte. Ed è forse questo a creare il vero spettacolo per gli occhi. Come un dolce nettare che ti conduce per mano negli abissi più profondi della mente

MELISANDE [ Fontana ] Cerchi protezione, umana? Non cercarla in lei. Lei non vuole proteggerti, lei vuole solo averti. E quello sguardo remissivo, quell'innocenza malcelata sono un invito a nozze per la Vedova Nera dei Moth. Così fragile, così apparentemente innocente. Lei si diverte a deturpere l'innocenza altrui, lo sai? No, non lo sai! Altrimenti non allungheresti verso di lei quella mano pallida, esile e tremante. E non la guarderesti piena di aspettative e fiducia. Fiducia mal riposto, piccola e tenera umana. E sei caduta nella tela del Ragno, Nadine. Sei caduta nelle trame del fascino di Melisande in cui molti si sono persi. Non è inestistente modestia, questa, ma un dato di fatto: sebbene la Signora dei Veleni non sia che di ordinaria bellezza su queste terre, il fascino che le ha donato la non-vita in alcuni casi risulta fatale. E' che molti la temono e la vogliono allo stesso tempo, non sanno decidersi finchè tu non gli fai sperimentare le delizie e le croci dell'essere preda dell'attenzione di un Non Morto, in particolare della tua. Allunghi la mano destra per cercare di sfiorare quella della ragazza, per poi lasciarla ricadere nuovamente al suo posto. Le sorridi, persino. {Nadine.} Ripeti il suo nome {Non dovresti essere qui, da sola. Non dovresti vagare disarmata nei vicoli di questa cittadina. Mostri si nascondono nel buio della Notte.} L'ammonisci, quasi con dolcezza: il tono morbido e basso, quasi un sussurro, quasi una carezza. Ma la tua dolcezza, in realtà, è pura finzione. Lei non può saperlo, lei non può accorgersene. Sei molto brava a recitare, un'attrice consumata da anni di palcoscenico. {Io sono Melisande.} Ti presenti, omettendo per il momento tutta la sfilza di medaglie che ti pesano sul petto come: Duchessa del Governo o Signora dei Veleni. {Sotterfugio liv3} [Tenebra I - Veggenza I]

NADINE II Fontana II Lei non pretende nulla di particolare, come biasimare quel gesto? Come potrebbe sapere? Ad ogni modo, si sa, ogni mostro ha il suo creatore. La mente di Nadine, si divincola tra la follia e il raziocinio, basterebbe un nonnulla per farla cadere definitivamente a pezzi. E che tipo di Nadine ci sarebbe dopo? Senza ombra di dubbio una donna diversa. Melisande non ha intenzione di essere quello che tu credi. Smettila. Torna in te. Ma ora, non ci sarebbe probabilmente più differenza. {Non conosco nessuno qui..} affermi, la voce sottile, la lingua che sbatte. E probabilmente sarebbe l’ultima cosa che direbbe in direzione di Melisande, in risposta al suo ammonimento. Una confessione, ma un qualcosa che potrebbe tramutarsi anche in una colpa. Non c’è dubbio, è Nadine quella debole, tra le due. Ma c’è un fatto. Si è preda solo quando si è deboli. E questo non fa onore a Melisande, probabilmente se tu sapessi Nadine, non la guarderesti più nel mondo in cui i tuoi zaffiri continuano a rimanere fissi su di lei. A sapere come si sta prendendo gioco di te. O forse glielo lasceresti fare? {Melisande,} Ripete quel nome, per imprimerlo con doverosa attenzione nel suo cassetto delle informazioni. Per non dimenticarlo mai. {Ho fame Melisande..} ancora silenzio, si rivolge a lei come farebbe una figlia. Chiedendo il cibo alla propria madre. Sono i crampi a farti vaneggiare? Non stacca gli occhi da lei. Si, probabilmente per Melisande potrebbe essere la preda perfetta, eppure possibile che riesce a vedere in lei soltanto questo? Probabilmente questo è un capitolo che si apre e si chiude. Forse non si rivedranno mai queste due donne. E questo non è altro che un inciampare una nella vita dell'altra. Senza alcun senso. {Forse dovrei essere più cauta, sono sicura che se qualche uomo mi vedesse in questo stato non userebbe la tua stessa premura.} Ah-ah. Nadine come sei sciocca. Ancora non hai imparato niente dalla crudeltà del genere umano? Non fanno eccezioni e tu a quanto pare, finirai sempre per tramutarti nell'agnello sacrificale. Evidentemente è questo il suo sudicio e sporco destino. A nessuno importa di te. Sarebbe ora che iniziassi a ficcartelo in quella testolina. Non dice altro Nadine. Solo l'oblio.

MELISANDE [ Fontana (Piazza) --> Casa dei Veleni ] Ah, non conosci nessuno Nadine? Questa, per la Vedova Nera, è un'informazione preziosa... sai? Nessuno a reclamare la tua presenza! Potrebbe averti per sempre. Eppure, le sue mire circa il "per sempre", sono altre. C'è un giovane mago che Lei vuole. Lei. La Vedova Nera. E' diversa da Melisande dei veleni, comunque. Molto diversa. Simile, quando desidera qualcosa, ma diversa. Perchè Melisande dei Veleni era curiosa, viva. La vita l'affascinava e viveva per i Veleni. Sapeva amare ed era appassionata. Sorrideva, sorrideva spesso. E talvolta sapeva essere anche frivola. Non era certo bella come una giornata di sole, ma serena come una notte di Luna piena. La Luna! E' stata Selene a guidare i suoi passi fino alla dimora dei Veleni, dove Melisande è rinata sotto la guida di chi, come lei, ha sposato l'Alchimia. E poi il Fato l'ha soffocata. Lentamente le ha rubato la vita e l'anima, restituendole in cambio una Belva assetata di Sangue che il residuo di Melisande che ancora è presente non riesce a domare. Spesso vince la belva, come questa notte. Nadine. {Ora conosci me, Nadine. Mi prenderò io cura di te.} Mormori alla giovane con un sorriso caldo, imitazione perfetta dei tuoi sorrisi umani. Mentre quello sguardo ametista che molti ha affascinato mostra una compassione che non combacia molto bene con l'assenza di anima. {Aniamo, su. Vieni a casa mia... Non sono una brava cuoca, ti avviso.} Continui a sorridere, ipocrita. Maledetta! Approfittarsi così di una bambina in cerca di conforto! Mi fai schifo, Melisande. Eppure tu non possiedi più una coscienza in grado di parlare. Allunghi verso di lei la mano sinistra, come per invitare la sua mano a prendere la tua. Se lo farai, cercherai di muovere entrambe in direzione di un vicolo... quello che conduce alla casa dei Veleni. {Non voglio spaventarti} l'ammonisci ancora {ma devi capire che sei giuta in queste terre in un momento triste della loro storia: esseri, che noi chiamiamo zombie, privi di vita si aggirano per i vicoli di questa cittadina, attirati dagli esseri umani. Non sono senzienti e il loro unico scopo è quello di uccidere.} Non stai di certo dicendo una bugia {Gli uomini, in queste ore, sono il tuo ultimo problema.} Nulla di più vero! {Sotterfugio liv3} [Tenebra I - Veggenza I]

NADINE II Fontana-Piazza --> Casa Veleni II Calma apparente. Qualcosa comincia davvero a cambiare. E’ possibile? Nadine, quando imparerai sul serio? Segue Melisande, ma non come potrebbe fare un qualunque ingenuo. La segue perché mossa qualcosa di estremamente viscerale, qualcosa che non si può spiegare a parole poiché si andrebbe a sfaldare quell’alone meravigliosamente corrotto che si è andato a creare tra di loro. La bambola russa la segue, diligentemente, così come l’ascolta. {I veri mostri sono gli esseri umani Melisande. Persone in carne e ossa come me. Non è mai stata la morte a farmi paura.} e non c’è arroganza in quell’affermazione. Semplice constatazione personale. l tono di voce comincia lievemente a plasmarsi. E’ si ai suoi occhi una preda estremamente facile.Ma c’è di più. Quegli occhi espressivi a fasi alterne, tornano a concentrarsi sulla figura di Melisande. Questo è un gioco? E la classica storia del gatto e del topo? Probabilmente. Così sembrerebbe, ma i finali scontati a Nadine non sono mai piaciuti. Non un fiato emetterà per tutto il resto del tragitto. Di tante cose potrebbe venire accusata. Ma di certo, non quella di essere una presenza sgradevole. La mente continua a dimenarsi, il suo animo procede inesorabile in una sorta di lotta tra sensi di colpa e recriminazioni. Quelle dita sottili, nodose, sfiorano il ventre. Un gesto incondizionato, che continua a ricordarle, quello che ha perso. Quella perdita atroce, ingiusta, violenta che non si placa e che prosegue incessante a dilaniarla dall'interno. Quanto riuscirai ancora a sopportarlo? Non si placa quella rabbia. Procede ancora, un piede davanti all'altro, la semplice veste bianca che fluttua. Ma probabilmente di quel candore ne è rimasta sola la veste e l'aspetto. Perchè da dare, ora, non ne è rimasto più niente. Vuota, come quel ventre che continua ad accarezzare.

MELISANDE [ Vicolo - Atrio ] Stringendo con forza umana la mano di Nadine, te la trascini lungo quei vicoli fino a raggiungere l'ingresso della Casa dei Veleni. Dall'esterno è un edificio piuttosto austero, privo di colore. Pareti grigie, finestre buie. Che strano luogo. Eppure... Eppure Melisande lo chiama casa. E' la Dimora dove vengono creati i composti più potenti di queste terre, da menti brillanti e a modo loro... folli! Se durante quel percorso incontrerete uno dei tanti ragazzini di strada che mendicano lavoro, a uno di quei giovani darai il compito di portare proprio alla Casa dei Veleni un piatto di arrosto con le patate. Solo uno? Melisande dei Veleni non mangia, come sempre è indisposta. {No, la morte non fa paura.} Mormori dopo diversi minuti in risposta alla sua affermazione. E' l'assenza di Morte in un corpo che dovrebbe averla abbracciata che realmente spaventa. Tutti, se saperessero cosa sei, ne sarebbero spaventati: e a ragione, oserei pensare. Tu potresti immobilizzarli con la forza della mente, potresti ucciderli con un solo sguardo. Potresti farli morire dissanguati o regalare loro l'immortalità. Il fatto che, potendolo fare, tu ti limiti semplicemente a prendere da loro poche gocce del loro sangue a loro non interesserebbe: ti cercherebbero quando sei più vulnerabile per annientarti. Per paura e per assenza di comprensione: nessuno starebbe a processarti, proprio no. Conduci la tua giovane nuova amica fino alla porta d'ingresso e a questo punto lasci andare la sua mano per recuperare la chiave che permetterà ad entrambe di entrare nell'atrio semibuio della Casa dei Veleni. Ti sposterai dalla porta per permetterle di varcare la soglia dopo di te e farle ammirare ciò che tu chiami casa. L'altrio è semplice e spoglio: alla sua sinistra Nadine vedrà un lume posato su un tavolino in cui sono presenti diversi tomi, alla sua destra -nella parete di fonte- la giovane potrà scorgere una panca e un appendi abiti mentre, davanti a lei, noterà sicuramente degli archi che immettono in una ben illuminata sala comune. {Benvenuta nella Casa dei Veleni, Nadine.} [Tenebra I - Veggenza I]

NADINE II Vicolo - Atrio II La bambolina russa, ferma quella mano. Cessa di accarezzare quel ventre. Come se si fosse ricordata improvvisamente solo in quell’istante, che non c’è più vita in esso. Non esiste più niente da proteggere. Si umetta le labbra, cercando di portarsi via quel sapore d’amarezza che la invade improvvisamente. I capelli ondeggiano come seta, accompagnando ritmicamente il suo incedere. -Oh si, dolce russa, il crine è sempre stato una tua violenta ossessione, sarà forse per quello che ti ha fatto tuo padre da bambina?- Gli occhi si appuntano su quella mano che la stringe. Improvvisamente, persino i morsi della fame cominciano a perdere interesse. E’ questo il problema. Stare vicino a Melisande riempie, forse anche troppo. Non le sfugge che ordina solo per lei. L’ultimo pasto prima della disfatta? O il primo di molti? Continua ad oscillare nell’inerzia del non sapere. Comprende che finalmente sono giunte a destinazione. Una volta aperto, la testa di Nadine farà capolino. Studiando attentamente l’interno. Gli occhi si soffermano sul lume, sui tomi, sugli archi. Immagazzina rapidamente tutte quelle immagini. Compie qualche passo in avanti. Ormai è in ballo e bisogna ballare. Non c’è altro da fare. {Mi piace l’atmosfera che c’è qui.} sentenzia infine. Il suo giudizio ultimo e inequivocabile. Si volta infine per colpirla con quei suoi enormi occhi zaffiro. Ed ecco di nuovo che quelle dita ossute sfiorano il ventre, un paio di giri circolari. -Smettila subito!- la riabbassa, rapidamente. {Per me il concetto di “Casa” non mi è mai appartenuto. Diciamo che prigione sarebbe più appropriato.} il tono di voce ora è gutturale, come se fosse la bambina indifesa della piazza. Ogni tanto, torna a far capolino quella parte più nascosta. Quella faccia che non mostra a nessuno. Perchè Melisande in quelle parole potrà carpire la rabbia. Quella che si mostra in tutta la sua beffarda violenza. Quello che potrebbe farle, arrivate a questo punto, sarebbe parimenti sconvolgente a ciò che la sua mente ha già dovuto subire. Si rende conto che sta trattenendo il fiato da troppo tempo per placare quel fremito improvviso. Perciò prova a riacquistare un respiro regolare. -Sei abituata ad essere trattata come una bambola, che differenza potrebbe fare?- Eppure c'è differenza. Lei ha fatto del suo essere bambola il suo assoluto marchio di fabbrica. Unico e indiscutibile.

MELISANDE [ Atrio - Sala Comune ] Stai per chiudere la porta d'ingresso quando ti ricordi del ragazzino a cui hai chiesto di prendere la cena per Nadine, pertanto ti sistemi con la schiena appoggiata allo stipite della porta in attesa del giovane e del suo fardello. Solitamente questi bambini sanno essere molto veloci e discreti, quindi non ci vorrà molto a percepire il suo fiato ansimante, il suo battito accelerato e i suoi rumorosi passi in avvicinamento. Il ragazzino ti consegnerà il pacco avvolto in un panno per tenere al caldo il pasto e tu lo ringrazierai e gli dirai che potrebbe tornare anche più tardi, per riportare il tutto all'oste. Sembra un atto di gentilezza, ma forse è solo pigrizia la tua. Chissà! Volgendoti verso Nadine, con quel pacco in mano, la sorprendi nuovamente a sfiorarsi il ventre piatto con la mano sinistra, un gesto che eri solita fare anche tu quando aspettavi il tuo piccolo Demone. Eppure un percepisci il battito di un cuoricino più piccolo ma più veloce, avido di vita. Quindi Nadine non aspetta un bambino. Lo sapresti. L'odore del Sangue delle donne in gravidanza, tra l'altro, è diverso. E tu beh... te ne intendi. {Non è molto comoda ed è piuttosto... impersonale. Ma non viviamo di certo qui per stare comodi.} La porta d'ingresso viene chiusa. Non susciti compassione di Melisande e non la susciteresti nemmeno se lei fosse ancora umana, Nadine. {Molti in queste terre hanno delle storie... indecenti, Nadine. Persino io. Nessuno ne vuole parlare, nessuno le può cambiare... eppure quando siamo giunti in questa terra abbiamo giurato di cambiare vita e dimenticare il Passato. Prendilo come un consiglio personale e cerca di dimenticare quello che è stato e concentrati su ciò che potrebbe essere.} Detto questo ti avvicini all'umana, poi la superi e superi anche gli archi, sistemando il tuo fardello su uno dei tavoli, così che lei possa accomodarsi e mangiare. {Ti dispiace se ti lascio mangiare da sola? Il cibo...} storci un secondo la bocca {...provoca nausea a noi che viviamo per i Veleni.} Ecco la menzogna che usi sempre per giustificare il tuo allontanamento dai piaceri della tavola: è plausibile e non è del tutto una menzogna. {Sotterfugio liv3} [Tenebra I - Veggenza I]

NADINE II Atrio - Sala Comune II Continua quello splendido spettacolo. La osservi muoversi. Così come non perdi una sola parola. {Io non sono i “molti”. Paragonarsi agli altri non serve a niente. E’ semplice logica che ognuno abbia le proprie esperienze in quanto fa parte di un semplice processo naturale. Ed è un eufemismo credere che si possa dimenticare il passato. Siamo anche frutto di quello. Solo gli idioti lo fanno. Che poi uno continui ad andare avanti è solamente la scelta più razionale. Solo i deboli restano fermi.} ribatti placidamente alle sue parole. Osserva il pasto, la fame torna a bussare vigorosa. {Per me non c’è problema, grazie per la tua ospitalità.} E di questo ne è sinceramente grata. Assaporare per qualche istante un po’ di pace, per lei non ha prezzo ed intende goderselo fino in fondo. Nessun pensiero viene rivolto al fatto che Melisande non si unisca a lei, in fin dei conti, non sempre si può avere appetito. Senza contare che è la prima volta che Nadine si trova in una situazione di questo tipo assieme a lei. Ragion per cui, non ci troverà nulla di insolito o di curioso. Sarà solo ora che la bambolina si andrà ad accomodare, con estrema eleganza, perchè le buone maniere non l'hanno di certo abbandonata. Rivolgerà un delicato sorriso in direzione della donna, di quelli timidi ma irresistibili. Una gradevole fossetta comparirà sulla gota sinistra. Tornerà in silenzio ora, dedicandosi per un paio di istanti al suo pasto, iniziando con doverosa attenzione a portarsi il cibo alla bocca. Umettandosi le labbra di tanto in tanto. -Nadine, se solo sapessi, te ne resteresti in quella stanza? Chi può dirlo- il tempo scorre inesorabile, e quel Requiem va avanti senza sosta, mentre la bambola russa si lascia morbidamente cullare.

MELISANDE [ Sala Comune ] Ti allontani dal tavolo, quindi, sistemandoti ad almeno tre metri da esso con il viso non rivolto al tavolo, ma al panorama fuori dalla finestra vicino alla quale ti sei collocata, scostando i pesanti tendaggi scuri. Tu, che per natura possiedi il potere di fendere anche il buio, riesci a vedere con chiarezza il Giardino dei Veleni dalla tua posizione. Un umano, vista l'assenza di Selene, vedrebbe poco e niente, distinguendo solo qualche muretto. Tu, invece, vedi le piantine velenose ormai morte. Questo Buio sta distruggendo tutto, pure il tuo autocontrollo. {Il mio era solo un consiglio, Nadine. Io ho scordato il passato, l'ho nascosto dietro spessi strati di nebbia e vivo meravigliosamente il presente senza preoccuparmi del futuro.} Ti prendi ancora un minuto mentre sollevi lo sguardo ad osservare le stelle. Con la divisa di congrega, con tutti quei monili e con i lunghi capelli sciolti... chissà cosa sembri, Signora dei Veleni, mentre osservi quello sprazzo di cielo scuro che è scuro da molto tempo. Ma forse questa storia finirà presto, no? I Medaglioni verranno riuniti e finamente questo buio finirà e potrete tornare a comporre le vostre pozioni come se niente fosse successo. Forse sei troppo ottimista, Vampira. Che poi l'ottimismo non fa di certo parte della gamma delle emozioni che può colpire un vampiro!! Ma l'esasperazione, quella sì! E cominci ad essere esasperata dalla Sete continua. {Un giorno potrei pentirmi di questa mia scelta, certo.} Fai spallucce. Un giorno è l'eternità. [Tenebra I - Veggenza I]

NADINE II Sala Comune II La ascolta, senza smettere di mangiare educatamente. Annuendo con il capo, a quella sua affermazione. {E' un consiglio giusto. Ma nascondere e dimenticare non sono la stessa cosa.} e forse parla a se stessa o alla Signora dei Veleni, non lo sa più nemmeno lei. {Melisande, vivono altre persone qui?} domanda, cercando di spostare il discorso da un'altra parte. In fin dei a frugare troppo nel passato finisce solo per farsi del male. Non c'è dubbio. Ingoia un altro boccone, per poi ruotare il crine in direzione di Melisande -Starai davvero osservando il panorama dalla finestra piccola falena?- Chi lo sa. Perchè Nadine è distante, ed è momentaneamente impegnata a consumare quello che ha nel piatto. Inclina il capo da un lato, come farebbe un bambino troppo curioso. E si sa che fine fa chi permette alla curiosità di prendere costantemente il sopravvento. Probabilmente sarà per questo che non chiederà altro al momento a quella donna. Nonostante ci siano innumerevoli quesiti che ronzano fastidiosamente in quella testolina bionda. Per lei, osservarla al momento è più che sufficiente. E' come godersi un meraviglioso spettacolo da una posizione privilegiata. E per lei la visione di Melisande è puro e autentico piacere. Uno di quelli che ti consuma, che ti riempie ma che allo stesso tempo lascia insoddisfatti. Infilerà l'ultimo boccone restante e solamente una volta ingoiato emetterà un ulteriore {Grazie.} in direzione di Melisande. Ricevere un barlume di gratitudine ogni tanto non fa male a nessuno del resto. Nemmeno all'eterna.

MELISANDE [ Sala Comune ] Non replichi alle prime parole dell'umana. Con l'eternità, non sei diventata di certi più saggia, no. Hai semplicemente compreso che ogni errore, ogni passo falso, ti può condurre ad una fine ultima. La curiosità, prima tra tutte. Pecchi di curiosità ogni istante, Signora dei Veleni. Perchè senza curiosità non saresti tu, nemmeno nell'eternità. Non puoi far altro che dimenticare il tuo passato, d'altra parte. Con la morte i ricordi più vecchi sono stati offuscati, con la morte hai perso molto. Se fosse Melisande a parlare, quella notte, non seguirebbe la Vestate dei Veleni nella sta stanza. D'altra parte, ora, Melisande non c'è più e la Vedova Nera dei Moth deve tutto alla Vestale. La domanda dell'umana ti riporta indietro, sempre mentre osservi le stelle. Abbandoni la volta celeste per ruotare il busto in modo da ritrovare con lo sguardo ametista Nadine. Annuisci. {Certo che si, Nadine.} Le rispondi. {Non sono l'unica ad essere stata trascinata nel tunnel dei Veleni.} Anche se, al momento, sei l'unica ad essere rimasta fedele {Non ti piacerebbe comporre pozioni?} Le domandi. {Potresti trovare te stessa tra queste mura.} Il tono non è evocativo, ne persuasivo. E al limite dell'ironia. E dimostri quest'ironia anche nella piega sarcastica delle labbra. Perchè nessuno trova se stesso tra i veleni, bensì per essi si annulla. [Tenebra I - Veggenza I]

NADINE II Sala Comune II Una nenia cupa si innalza un passo alla volta. Nadine si avvicina sempre di più verso un tracollo nell’oblio. Quelli dove le persone finiscono per perdersi. C’è stanchezza sul suo volto, un passo alla volta, prova a spogliarsi di tutto quello che c’è di più scomodo. E’ una lotta incessante che avviene solo nella sua mente ma che ad ogni modo prova il suo spirito. La bambola, prosegue in quello scambio apparentemente innocuo di pensieri, di affermazioni, di informazioni. Apparentemente non ci sarebbe nulla di insolito nel vederle dall’esterno. Ma è cosa assai nota quanto spesso e volentieri le cose non sono affatto per come appaiono. Basta scavare un po’ e ci si ritrova contro immersi nel lerciume fino al collo. {Probabilmente abbiamo visioni contrastanti sul ritrovare se stessi Melisande. E questo mi piace, non fraintendermi} un debole sorriso in sua direzione. {Tuttavia, io comprendo davvero me stessa solo quando mi sento persa.} non la perde di vista un attimo mentre pronuncia quelle parole. {Ad ogni modo, non ne so abbastanza per poter esprimere un giudizio. E sapere se mi piacerebbe o meno.} risponde educatamente alla sua domanda. Del resto a parlare ora, non è la sua bambina spaurita. E'il suo meraviglioso dualismo. Essere donna e bambina. Quel contrasto che si sposa alla perfezione con il suo aspetto delicato. {Vuoi sapere cosa ho pensato quando i miei occhi si sono posati sulla tua figura Melisande?} e le poni quella domanda caricando gli occhi di tutta la forza di cui si è pregni. Come di chi è pronto a confessare finalmente il suo segreto più intimo. Quello spinto in basso, fin dentro le viscere ma che ora preme violentemente all'esterno per uscire fuori. Un desiderio che deve essere assolutamente saziato. E la bambola è finalmente pronta ad assecondare quell'esigenza furiosa che non accenna a placarsi.

MELISANDE [ Sala Comune ] {Provabilmente.} Le fai eco, senza però andare oltre. Riguardo la seconda parte del suo discorso le sorridi e rispondi, placida {E io non ti dirò nulla finchè tu non mi chiederai, Nadine.} Perchè è così che stuzzica la curiosità di una donna, usando un tono calmo ed evocatorio, stimolando la ricerca di un mistero. E i Veleni, beh.. sono un mistero così grande che ancora ti affascina. {Diplomazia liv2} Ti allontani dalla finestra, ora, camminando lentamente fino a raggiungere le poltroncine rosse. Sistemi la mano sinistra sullo schienale di quella più vicina a Nadine, come se potessi così sorreggerti, e ti blocchi. Ascolti la sua domanda. Sorridi. {Non oso proprio immaginare, Nadine.} Le dici {Ma ti prego non dire anche tu che sembro inquietante ed ostile, per favore. Oppure inavvicinabile.} Stai lasciando intendere che, in passato, qualcuno ti ha definita in questo modo: forse è vero, forse no. Ti hanno detto che sei diventata distante, che non sei più la stessa Melisande di un tempo. Ti hanno detto che hai perso il sorriso e lo spirito. E questo, beh... è vero! [Tenebra I - Veggenza I]

NADINE II Sala Comune II Tornare indietro, arrivati a questo punto, non è più possibile. Quindi la sola cosa che resta è andare avanti ed essere pronti a tutto. Le mani si posano ufficiosamente sul grembo, una sopra l’altra e restano immobili. Concedendo anche a loro qualche attimo di riposo. Così come al resto del corpo, trae godimento assoluto la bamboline di questo. Gli zaffiri tornano su di lei. Dolce Melisande. Comincia a comprende, lei non è gli altri. E questo dovrà essere per lei come una specie di verità sacrale. Prima o poi inizierà a rendersene conto. {Oh Melisande..} esordisce così, assumendo un tono lievemente premuroso. {Spero che prima o poi capirai che io vedo le cose da un'altra prospettiva.} un attimo di silenzio. Semplicemente perchè è giusto. Dandole il tempo necessario per assimilare interamente quelle parole. {Ho pensato che semmai qualcuno volesse prendersi quel che resta di me, allora preferirei che fossi tu quel qualcuno. Non importa quello che non so. Non c'è una spiegazione logica. Semplicemente alcune cose si sentono e basta. Per questo sono qui} non dirà altro. Tornerà in quel silenzio che si conface in un luogo religioso. Non dirà altro la bambola russa, tornandosi a beare della visione della sua Signora. Di quella che ora è al centro di ogni pensiero che abbia un senso. Non importa quanto ci sia di macabro o di sbagliato, di innaturale. Lei non vorrebbe essere in nessun altro posto se non qui. Assieme a lei, Che sia un'ora, giorni o mesi non ha importanza. La risposta sarà probabilmente sempre la stessa, per qualche ragione. Qualcosa ti tiene legata a lei. E quel nodo Nadine non lo vuole proprio slegare.

MELISANDE [ Sala Comune ] L'atteggiamento di Nadine è cambiato nel corso del vostro incontro così come cambia il cielo quando tramonta Apollo e sorge Selene. Dalla Luce al Buio. Non che tu possa renderti conto dell'effettivo mutamento nei tuoi confronti di quella ragazzine, eppure... Eppure Melisande l'avrebbe notato. Ascolti le parole di Nadine e inarchi un sopracciglio, fintamente accigliata. {Sotterfugio liv3} Quando capitano davanti a te gli umani fanno sempre questi discorsi un po' folli. Forse a causa dell'inquietudine che trasmetti loro. {Non vedo perchè qualcuno dovrebbe prendersi la tua vita, Nadine.} Si mostra come la vittima sacrificale perfetta, questa sciocca umana. E allora perchè cercare di trattenersi? Infine la volontà di Melisande non basta più a placare la Vedova Nera. E come potrebbe, la semplice volontà, arginare questa marea se l'umana quasi ti prega di prenderla? Ti guarda, ti mormora inviti a mezza bocca e troppo vicini perchè possano essere ignorati. La sua affermazione provocatoria ti offre lo spunto giusto per introdurre quel che sta per accadere: le sorridi e ora sei tu quella accattivante e sensuale, emani il fascino del predatore che riesce sempre ad ammaliare la sua preda. {Grazie a te, Nadine.} mormori e non avrà nemmeno il tempo di pensare, l'umana, perchè sarai fin troppo veloce sia nel raggiungerla che nell'immobilizzare con la tua stretta forte le sue braccia, spingendo i suoi bicipiti esili verso il suo torace: impossibile sfuggire alla morsa del ragno velenoso che ella stessa ha scatenato con le sue parole e la sua vita. [Celerità I - Vigore (Passivo) I] Impossibile, Nadine. Che questo ti sia d'insegnamento, umana: impara che non si stuzzicano i Mostri che abitano all'interno della Cittadina... Impara a trattenere i tuoi bisogni perchè poi scateni quelli degli altri! E non ci sarà altro... solo lo scintillio di uno sguardo Cremisi e la fuoriuscita di appendici anomale che andranno ad impattare, senza delicatezza alcuna, contro la pelle candida dell'umana: inclini il viso per poter raggiungere bene la vena giugulare destra dell'umana. I canini penetrano la pelle, barriera troppo sottile che non può impedire il compiersi degli eventi... E quando il primo fiotto di sangue ti riempie la gola non puoi far altro che gemere di piacere! E tu Umana? Cosa sentirai? Ti farà male quella puntura, molto male... Eppure, subito dopo, raggiungerai l'esasi. [Veggenza I] [I turno di suzione]

NADINE II Casa Veleni II Non poteva immaginare, non poteva sapere Nadine. E’ Melisande ad avere il coltello dalla parte del manico. Ancora una volta, verrai sballottata come una bambola. L’eterna l’afferra e lei non oppone resistenza. Ma lo fa per scelta, non perché sa che opporsi non avrebbe alcun senso contro di lei. Sente l'impatto sulla sua carne porcellanata, qualcosa di appuntito che è pronto senza alcun indugio a violarla. Ecco un'altra persona che torna a prendersi qualcosa di lei. -E allora perchè non questa cosa non ti sconvolge? Perchè non sei ferita Nadine?- probabilmente perchè è lei. E per quanto non possa in alcun modo capacitarsi o darsi una spiegazione per ciò che sta accadendo in questo momento, ciò che sceglierà di fare ha quasi dell'assurdo. Non opporrà alcuna resistenza. E' una scelta assolutamente consapevole. Nonostante il dolore iniziale che si irradia inizialmente nel suo corpo, questo in seguito verrà sostituito da una sorta di pura estasi. Una sensazione mai provata prima. E' qualcosa di intenso, probabilmente anche di immorale. Eppure lei accoglie tutto questo, come se una parte di lei accettasse di buona lena che in fin dei conti è giusto così. Che questa è la conclusione logica. -Ma Melisande, cosa farai ora? Ti sbarazzerai di lei? O la terrai con te?- Solo silenzio. Piacere e una splendida sensazione di oblio. La bambola russa si concede totalmente all'eterna a quella splendida falena notturna che ora, non è altro che una maestosa predatrice e tu il suo pasto.

MELISANDE [ Sala Comune ] Non è ciò che ti aspettavi, Nadine, questo no! Mentre Melisande si porta via il tuo sangue, umana, ti dona in cambio meravigliose sensazioni che nessun altro uomo e nessun'altra donna potranno mai farti apprezzare. Immagina come dev'essere bello, erotico e appagante fate l'amore con un vampiro e ricevere QUEL bacio nel momento in cui culmina il piacere. Immagina tu, perchè Melisande non è più in grado di farlo. Melisande riesce soltanto a placare i suoi bisogni che sono ancora più primordiali del sesso: affonda dentro di te quei canini e istante dopo istante si porta via la linfa vitale che ti sostiene. Ti arrendi, Nadine. Non opponi resistenza. Un gioco vinto in partenza per la Vedova Nera. Sai perchè ha scelto questo come nome? Vedova Nera! Ti sentirai sempre più debole e la realtà comincerà a divenire sempre più confusa anche se continuerai a percepire, con una certa intensità, l'intimo piacere che la Signora dei Veleni ti sta donando. Ma non cadrai, umana: ci pensa Melisande a sorreggerti. [Vigore (passivo) I - II Turno Suzione ] Ma per la Vedova Nera dei Moth non è ancora abbastanza: non le basta aver violato il tuo corpo, no! Lei vuole molto di più! Vuole violare anche la tua mente, mascherarti i pensieri... Per questo protendi i tuoi pensieri, Vampira, dentro la sua mente e cerchi il cuore pulsante della sua volontà per spezzarla e poi plasmarla di nuovo a suo piacimento. Ma questo non ti provocherà alcun fastidio, donna, nessun dolore... [Dominio II 1/2] [Veggenza I]

NADINE II Casa Veleni II Continua quel turbinio di sensazioni, così forti, così meravigliosamente Vere. Si, perchè quello che sta provando Nadine, non si può spiegare a parole. E' qualcosa che se non si prova sulla propria pelle non si può lontanamente comprendere. La Vedova continua, insiste, non si placa. E il tuo corpicino, delicato come un giunco, resta lì, mentre quel bacio prosegue. Tu che dell'amore conosci poco e nulla, se non un vago zampillo generato da quella creatura che per pochissimo tempo ha abitato quel ventre, lo esplori ora, con Melisande. Danza dentro lei oceani di vaga lussuriosa, pompati dall'erotismo più incalzante. E' un sabba infernale e lei ne sta vagamente beneficiandone. -Melisande, vuoi di più?- Nadine probabilmente te lo concederà. Ma non per debolezza. Non incappare in uno sciocco errore. Se ne sarebbe potuta andare lì in piazza ma ha consapevolmente scelto di venire da te. Non hai dovuto fare tutto da sola. Ti ha teso la mano, ricordi? Lei è tua. Immensamente tua. E nonostante la frenesia, potrai comprenderlo dalla sua mano nodose che con le ultime forze cerca di stringere il tuo corpo, come a voler restare lì, fra le tue braccia. Lo capirai? Riuscirai a sentirsi la sua invocazione? Quell'urlo nella sua mente che ti implora ti tenerla così, ancora e ancora? I pensieri della bambolina si agitano convulsamente, ed ora il Passato, il suo omicidio, l'infante, perdono rapidamente consistenza, diventano immagini sbiadite e distorte. Perchè adesso è Melisande a riempirlo, con quel bacio d'argento.

MELISANDE [ Sala Comune ] E' questo che si prova, umana, quando ti privano della Vita: i sensi cominciano ad abbandonarti e così anche il calore che il corpo umano produce. Non senti freddo, umana? Non ti tremano le gambe? Non cominci a sentire sonno? L'oblio si avvicina sempre di più e questi potreebbero essere i tuoi ultimi respiri, Nadine. Hai incontrato davvero un mostro questa sera. Ti è piaciuto? Scommetto di sì! E ora ti senti senza forze.. Le gambe non possono più sorreggerti, non possiedi l'energia per tenere gli occhi aperti, non possiedi nemmeno la forza per gemere di piacere così come potresti o vorresti fare. Ancora una volta non preoccuparti, però, perchè ci sarà la Signora dei Veleni a reggere le tue membra esili e stanche. Mentre ti godi gli ultimi sorsi del suo Sangue, Vedova Nera dei Moth, ti spingi ancora di più nella sua mente, spezzando in via definitiva il filo conduttore dei suoi ricordi. I Doni del Sangue ti permettono di sostituirli con altri che sono meno precisi ma che nascondono la verità. Quando ti sveglierai, Nadine, non ricorderai proprio nulla di questo Bacio: nè il piacere, nè il dolore. Nemmeno la voglia di rimanere per sempre con Melisande. Si chiama sindrome di Stoccolma, comunque. Per questo, mentre ancora ti sazi di lei, parli alla sua mente narrando una bugia {Dopo aver finito di cernare la Signora dei Veleni ti ha fatto accomodare sulle poltroncine cremisi della sala comune, davanti un camino spento, senza fiamme. Avete parlato per diversi minuti: non ricordi molto della conversazione ma la sensazione è che le provocazioni siano state il fulcro dei vostri scontri verbali. Alla fine Melisande si è allontanata per alcuni istanti e tu ti sei addormentata. Non ricorderai nè occhi cremisi e nè canini appuntiti, solo la Signora dei Veleni con il suo sguardo ametista e il volto stanco} {Sotterfugio liv3} Ecco che la bugia è servita! [Dominio II 2/2] Lentamente e non certo perchè davvero vuoi, allontani i canini dalla sua pelle e passi sulle ferite la lingua in modo che la tua saliva possa richiuderle e farle sparire del tutto: fatto il misfatto! {Volontà liv3} [III Turno di Suzione]

NADINE II Casa Veleni II Prosegui Melisande, non fermati. La reazione di Nadine non è propriamente assurda quanto quello che sta accadendo in questo momento? Certo che si. Non ha cercato di fuggire come avrebbe fatto in altre circostanze. Non ha provato ad andarsene. Ognuno compie le proprie scelte, che sia giuste e sbagliate questo è un altro discorso. Melisande si sta prendendo tutto. E ormai non c’è più niente che si possa fare. Il corpo comincia a non rispondere più, sta diventando pesante, sempre più pesante. Gli occhi riescono alcuni istanti a rimanere aperti ma poi si arrende e le palpebre si chiudono irrimediabilmente. Si abbandona definitamente. Non ci sarà alcun ricordo, o meglio, quello che ricorderà non sarà altro che una bugia. Ma lei non potrà saperlo.Ah quanta follia! Perderà i sensi Nadine, ed ora non assomiglierà altro che ad mezzo fantoccio, vista così potrà sembrare morta oppure dormiente. L'oblio. Non ci sarà modo di tornare indietro. Questo è l'ultimo atto e questa farsa è giunta al termine. Non ci saranno applausi, nè congratulazioni. Ciò che doveva essere consumato è stato consumato. Ciò che si voleva prendere, è stato preso. E la sete dell'eterna, finalmente è stata saziata. La Signora dei Veleni ha ottenuto ciò che voleva, ha assecondato la sua natura. Quando ti sveglierai tornerai ad essere di nuovo solo Nadine. Solo un'umana dai grandi zaffiri indagatori. Solo una bambola che ancora una volta -pur non sapendolo- è stata ancora una volta violata. Ed ora, il silenzio, tornerà ad essere il vero signore delle Tenebre. L'ultima litania è giunta al termine.

MELISANDE [ Sala Comune ] Dormi Nadine! Dormi e non preoccuparti del passato, non guardare il presente e non pensare al futuro. Non sei stanca? Il tuo corpo ti chiede di dormire stretta tra le braccia forti della Signora dei Veleni. Quando avrai lasciato i pensieri, vedrai, ti sarà più facile cedere ad sonno ristoratore che il tuo corpo richiede a gran voce. E solo quanto ti sarai addormentata la Signora dei Veleni ti trascinerà fino ad una delle poltroncine della Sala Comune, ti spoglierà del mantello e, dopo averti adagiata dolcemente sul velluto cremisi, con il manto dello stesso colore ti coprirà: non sentirai più freddo, umana. E cosa farai, Melisande? Cosa? La Sete, si sa, si placa solo nel momento in cui i canini affondano nella pelle di coloro che possiedono la linfa per sorreggerti. Dopo torna forte e violenta, forse più di prima. E quindi, Vampira? Tornerai in cerca di una nuova vittima, ovviamente. Per goderti questi tenebre eterne fin quando ci saranno. [Veggenza I - Tenebra I]

NADINE II Casa Veleni II Dorme Nadine. Non sente più niente. Nè il freddo, nè il piacere. Verrà adagiata e coperta. C'è della dolcezza in quel gesto forse? Potrebbe gettarla in qualche vicolo, come si fa quando qualcosa non serve più e invece no. Melisande non lo fa. Niente affatto. Vittima si, ma c'è del rispetto in quel gesto. Chi lo sa? La bambolina su questo non può ovviamente interrogarsi se non una volta che si sarà svegliata, che vedrà quel mantello adagiato sul suo corpo. Quel gesto apparentemente premuroso. Non importa, niente ha più valore adesso. Perchè Nadine è immersa nel sonno più profondo. E' rinchiusa nel buio della sua mente. Non c'è spazio per altro, niente pensieri. Il vuoto puro, quello che spesso fa del male. Dormi dolce Drusilla e non pensare più a niente Perchè certe volte, sono i pensieri a far impazzire le persone. Perciò goditi il tuo sonno. E lascia che le gli eventi prendano il proprio corso. Un passo alla volta. Permetti a quel carillon rotto di tornare a suonare in maniera distorta. E' tutto finito adesso.
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 22:49. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com